Gabriella a 11 anni si batte per la sua Camerino: «Ti ricostruiremo noi bambini»

Gabriella Lucarini, 11 anni
di Rosalba Emiliozzi
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Domenica 23 Giugno 2019, 09:43 - Ultimo aggiornamento: 24 Giugno, 08:12

Undici anni, lunghi capelli ricci e una grinta che sprigiona già dallo sguardo. Gabriella è una bambina del sisma, uscita come un fantasma dalle macerie della sua casa, impolverata dai calcinacci che le piovevano addosso, gli occhi neri, fiera come un guerriero. Come Greta che si batte per l’ambiente, Gabriella protegge la sua terra, Camerino, storico comune dell’Alto Maceratese, distrutto dal sisma e da una ricostruzione che non procede.

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Gabriella Lucarini è stata ferma nel decidere di volere tornare a vivere nelle sua città transennata. Ferma nel volere dare una mano, anche lei con le sue manine, a ricostruire, pietra dopo pietra, il centro storico ridotto in macerie tre anni fa. Un forte senso di appartenenza che condivide con il fratello gemello, Pietro anche lui ben deciso a fare muro davanti ai tentennamenti della mamma, Liliana Larocca, avvocato civilista genovese, approdata a Camerino per terminare l’università e rimasta per sempre per amore. 



«La casa nella quale avevo investito tutto era stata distrutta dal terremoto, avevo la paura in corpo, ai bambini dissi: andiamo a vivere per sempre sulla costa, trasferiamoci a Civitanova - racconta Liliana Larocca - ma loro non hanno voluto sentire ragioni e sono ripartiti per Camerino fin da subito, con l’autobus, per andare a scuola». Un legame fortissimo con la maestra Luciana, gli amici, la parrocchia. I giorni successivi al sisma Gabriella, in auto con la mamma, scrisse una poesia struggente dedicata alla sua città, che la madre pubblicò su Facebook. Ebbe centinaia di condivisioni e un’eco internazionale.

Ecco il testo: «Cara città di Camerino oggi ti guardavo dal finestra della mia scuola e ricordavo i bei momenti passati insieme, sono stati i nove anni più belli della mia vita, ti ringrazio per le belle risate che abbiamo fatto insieme, ti ringrazio per avermi fatto camminare sulle tue strade e continuerò a camminarci fino alla fine dei miei giorni». Poi l’impegno forte e risoluto: «Per me sei importantissima e non lascerò che il terremoto ti distrugga un’altra volta. Ti prometto che se non ci sarai più, io ti ricostruirò con le mie mani e ci saranno anche le mani dei miei amici che non ti lasceranno sola. Starai sempre nel mio cuore».

Gabriella ha consegnato la stessa lettera a Papa Francesco venuto nei giorni scorsi in visita pastorale a Camerino. Aveva fatto anche un quadro come le mani dei bambini che gli ha donato. «È stato emozionante. Il Papa ci ha fatto sentire la sua vicinanza» dice la mamma, ora impegnata nella presentazione del progetto per la ricostruzione delle casa, un antico casolare che aveva ristrutturato con cura, rispettando la storia dell’edificio. «Progetti macchinosi, lentezze, burocrazia infinita - racconta Liliana Larocca - Chissà quando potremo tornare a viverci». I suoi bambini premono per tornare a casa. Ora vivono a Castelraimondo, a 10 chilometri da Camerino. L’avvocato Larocca ha trasformato lo studio legale in una casa di fortuna dove sta con i gemellini. «Confidiamo nel nostro vescovo - dice - ce lo ha portato la Provvidenza». Monsignor Francesco Massaro ha reso possibile la visita del pontefice. Un balsamo di forza per i terremotati sfollati nelle casette. Ora bisogna andare avanti. Come? «Dobbiamo unire le forze, fare sentire la nostra voce, con i bambini sono andata anche a Roma a protestare - dice Liliana Larocca - io sono genovese e ho preso contatto con i comitati per la ricostruzione del ponte di Genova per fare fronte comune e chiedere celerità».

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