Terremoto, la sfida di Laura: «Ho perso tutto ma riapro, lo faccio per i miei figli»

Laura Smarchi, terremoto, la sfida di Laura: ho perso tutto ma riapro, lo faccio per i miei figli
di Rosalba Emiliozzi
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Venerdì 18 Ottobre 2019, 09:09 - Ultimo aggiornamento: 12:00

Ricominciare a 61 anni. Dopo aver perso tutto. E' la sfida di Laura Smarchi, albergatrice e ristoratrice storica di Castelsantangelo sul Nera, 272 abitanti in un luogo magico sotto i monti Sibillini che prima del sisma era una perla tra natura e profumi, nelle Marche. Il terremoto ha sconvolto tutto, cambiando per sempre la connotazione del territorio: la terra ferita dalle scosse, il letto del fiume che aumentò la portata, le case che non ci sono più e la difficoltà a ritrovare i punti fermi. Uno di questi era la struttura ricettiva “Dal Navigante” in località Nocelleto, 20 camere e 300 coperti da scorpacciate domenicali memorabili.

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Tutto finito la notte del 24 agosto di tre anni fa quando l'albergo era pieno di romani in vacanza e divenne in parte inagibile. La botta finale arrivò con la scossa del 26 ottobre quando Laura dovette chiudere del tutto la struttura. «E' finita - pensai - non c'è più niente da fare. Avevo perso tutto e il 30 ottobre del 2016, quando ci fu l'esodo del paese, non vedevo futuro. Passai quattro mesi al mare, al Lido di Fermo, ci hanno trattato benissimo, ma sono stati giorni di angoscia, avevo l'amaro in bocca, non avevo più niente, sentivo la mia vita finita lì, con il terremoto». Eppure Laura è tornata sulle sue montagne, in provincia di Macerata. «Mi hanno spronato i miei figli Giovanbattista e Daniele, loro volevano un futuro a Castelsantangelo sul Nera e così, facendo i debiti, sto cercando di riaprire l'albergo-ristorante». Il marito Alessandro, 71 anni, è «più scoraggiato - ammette Laura - ce la stiamo mettendo tutta, ma non è facile. Lo Stato finanzia l'80 per cento dell'opera, ma solo a fine lavori, l'Iva è al 22 per cento. Il resto ce l'ho messo io con un mutuo e un prestito in banca».
 
La struttura, rigorosamente in legno, è stata delocalizzata vicino al villaggio Sae e i lavori vanno avanti al rilento. «Spero di poter aprire a Natale - dice Laura - molti mi telefonano per prenotare, ma finché non sono sicura di poter inaugurare non prendo clienti». Laura fa avanti e intorno con il cantiere e spera che tutto sia pronto per le feste. Intanto sta svuotando la vecchia struttura, che dovrà essere demolita. Qualcosa porterà nel nuovo Navigante, ma molto a causa degli spazi più piccoli dovrà essere ricomprato. «Del Navigante porteremo tutta la sua storia, i 37 anni di attività», dice Laura. E i piatti per cui andava famoso: agnello ai ferri, fritto e alla cacciatora, in particolare. Con il Navigante aperto, Castelsantangelo sul Nera potrà dire davvero di essere ripartito. E come dice il battagliero sindaco Mauro Falcucci, «quattro attività avevamo e quattro ne abbiamo riaperte, non è vero che la gente non vuole tornare, i residenti sono tornati e vogliono ricominciare qui». Falcucci sta cercando di riaggregare la sua comunità: oggi il paese ha 250 abitanti e deve fare i conti con il 96,38 per cento delle case crollate, in pratica Castelsantangelo sul Nera è stato raso al suolo la notte del 24 agosto di tre anni fa, con 4.500 persone che soggiornavano nel borgo, cioè il popolo delle secondo case (ce ne sono più 1.100 nel Comune) e i vacanzieri. 

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