Quando il vero talento diventa essere se stesse, un libro insegna la strada dell'autostima

Quando il vero talento diventa essere se stesse, un libro insegna la strada dell'autostima
di Valeria Arnaldi
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Domenica 2 Agosto 2020, 11:40

Le rughe come accessorio di stile. Le differenze come espressione di unicità. Lo specchio come mezzo per imparare a conoscersi, nonché come strumento di ribellione nella presa di coscienza che, come diceva Henrik Ibsen, la bellezza non è che «una convenzione, una moneta che ha corso solo in un dato tempo e un dato luogo».

E, come tale, può essere scambiata, soprattutto cambiata. È proprio dai canoni estetici, molto spesso stringenti, dettati da schermo, palco e passerella che prende spunto, per raccontare bellezze diverse, il libro Non è bella ma... di Roberta Balestrucci Fancellu e Marianna Balducci (Hop! Edizioni).

Dalla prima supermodella Twiggy Lawson, ritenuta troppo esile ma divenuta icona della Swinging London anni 60, a Vanessa Paradis, alta un metro e sessanta e con diastema dentale, scelta da Chanel come testimonial, il volume riunisce le storie di più donne note, che a inizio carriera si sono sentite dire che non erano «abbastanza» avvenenti per spettacolo o fashion, ma non si sono fatte ostacolare e, anzi, hanno contribuito a creare una nuova idea di bellezza. «Multipla». Più libera e, di conseguenza, liberatoria. Perché, negli anni del body shaming, la riaffermazione dell'unicità passa anche attraverso stilisti e modelle.
«Ho un naso importante - dice Balducci - il mio riferimento, sin da ragazza, è Barbra Streisand: si è affermata per il suo talento ed è stata al centro di una vera rivoluzione estetica». «Ho il diastema - aggiunge Balestrucci Fancellu - adolescente, chiesi al dentista l'apparecchio, volevo denti come quelli delle mie compagne. Si rifiutò, disse che non sarei stata più la medesima. Da grande, quando l'intervento mi è stato proposto, sono stata io a dire no. Questo libro vuole essere un messaggio per le donne, che spesso sono le più grandi nemiche di se stesse. Dobbiamo ricordarci che ognuna può essere bella alla propria maniera».

Gli esempi sotto i riflettori non mancano. Iris Apfel, classe 1921, icona di stile, a 97 anni ha annunciato la firma con l'agenzia IMG Models come testimonial e modella. «L'età è solo un dettaglio», dichiara. Il 29 agosto, data della sua nascita, negli Usa si celebra l'Iris Apfel Day, giorno del talento di essere se stessi. L'anticonformismo è anche la chiave del successo della stilista Vivienne Westwood. Poi, Tess Holliday, modella plus size, 130 chili - «Non c'è un peso specifico o un certo tipo di corpo da idealizzare: bisogna imparare ad amarsi, per quello che si è senza vivere di sacrifici», è la sua filosofia - e Winnie Harlow, top model con la vitiligine, nonché Tilly Lockey, modella quattordicenne, che ha perso le mani a 15 mesi e oggi è consulente dell'azienda che produce i suoi arti bionici.

Nella moda pure Sophia Hadjipanteli che del suo monosopracciglio ha fatto manifesto della beauty diversity, Maeva Giani Marshall che ha il volto coperto di efelidi, cicatrici di un'esposizione solare, e testimonia la capacità di superare le avversità, Diandra Forrest, albina di origini afroamericane, impegnata nella lotta contro gli stereotipi. Albine anche le gemelle adolescenti Lara e Mara Bawar, nate in Brasile da genitori di origine africana, divenute note nel 2016 quando Vinicius Terranova le ha fotografate con la sorella maggiore, che ha la pelle color ebano, sottolineando la forza di essere - e sentirsi - uniche. Da modelle a modelli.

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