Syria è Gabriella Ferri: «Io, vittima di bullismo mediatico: nella musica bisogna cambiare certi preconcetti»

Syria: bullismo mediatico quando ho iniziato, ora interpreto Gabriella Ferri
di Rosalba Emiliozzi
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Venerdì 2 Agosto 2019, 10:56 - Ultimo aggiornamento: 11:08

L’ultima Syria che siamo abituati ad ascoltare porta nei teatri d’Italia Gabriella Ferri, la sua indimenticabile voce, le sue canzoni di passione. Una cantante che interpreta un mito della musica, cui il genere femminile deve tanto. «Gabriella per noi artiste è stata il nuovo modo di fare musica, libera da convenzioni, ha scelto di fare ciò che voleva, reinventandosi. È un esempio enorme di coerenza, nell’immaginario femminile è l’emblema della donna libera».
 

 


Per Syria interpretare Gabriella Ferri è il frutto di un percorso di studio, «la scelta di faticare per arrivare a un risultato, ma anche di cercare di cambiare i preconcetti dei meccanismi discografici, quella frase: “canta questo che va di moda”». È su questa sorta di ritornello, udito più volte nella sua ventennale carriera, che Syria ha maturato un percorso di lavoro che l’ha portata ad allontanarsi pian piano da ciò che è scontato successo per provare nuovi piani della professione come la musica di Gabriella Ferri, appunto, il teatro con Paolo Rossi, qualche cameo al cinema («ma non sono un’attrice», precisa) e il ruolo, per il secondo anno, di direttrice artistica del festival sull’isola di Salina, “Concerti al Tramonto” a Giardino Ravesi.  Primo spettacolo il 7 agosto con Edoardo Vianello, il 10 piano e voce di Gigi D’Alessio, il 13 Lo Stato Sociale, il 16 agosto Paolo Rossi e per chiudere Ron in acustico il 19 agosto. Domani 3 agosto anteprima con il dj-set di Syria (nome d'arte di Cecilia Cipressi) e il marito Pierpa (Pierpaolo Peroni). Un cartellone che fonde «allegria, romanticismo e ironia». «È un puro caso che quest’anno su palco non ci siano donne - spiega Syria - ho contattato diverse colleghe, ma erano già impegnate, torneranno il prossimo anno, anche perché il concerto in acustica con voce femminile è di grandissima suggestione». E già in passato a Giardino Ravesi, Syria ha portato Arisa, Nada, Paola Turci, tutti successi da sold out con presenze oltre i vacanzieri e i turisti stranieri di Salina.

Syria, figlia d’arte, ha iniziato con Sanremo e la sua carriera è cresciuta di pari passo con l’altra sua vita di moglie e madre di due ragazzi che oggi hanno diciotto e sette anni. A nessuno delle due ha tolto nulla. Oggi, a 42 anni, si sente «appagata» nel suo ruolo di artista e in quello di genitore e moglie. Ma agli albori della carriera non è stato facile. «Avere un padre che lavorava in una casa discografia ha portato qualcuno a dire: ecco la figlia di papà. C’è stato un momento in cui ho subito un po’ di bullismo mediatico» racconta Syria. Che spiega: «Papà mi ha dato consigli e mi ha fatto amare la musica, ma non mi ha aiutata, mi ha educata a sopravvivere in questo mondo, mi ha formata all’arte ma io mi sono sempre arrangiata, ho fatto anch’io come molti la gavetta, anzi me la sono cercata, ho studiato, faticato per raggiungere i risultati». Come l’ovazione al teatro Vittoria di Roma, a Testaccio, quando interpretava Gabriella Ferri davanti al pubblico della Ferri. O il mega concerto organizzato da Laura Pausini per i terremotati dell’Aquila.

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