Stalking, body builder 40enne accusa l'ex amante e allenatore: botte e auto data alle fiamme

Stalking, la body builder 40enne accusa l'ex amante e allenatore: botte e auto data alle fiamme
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Venerdì 13 Settembre 2019, 10:20 - Ultimo aggiornamento: 15 Settembre, 11:54

Body builder minacciata dall'ex amante e allenatore. «Ti do fuoco a casa come si fa con i formicai». E ancora: «Stavolta se vado in carcere è perché ti ammazzo». Body builder professionista perseguitata dal preparatore atletico, al via il processo al 50enne. E' iniziato ieri davanti al giudice Giacomo Autizi di Viterbo il procedimento per stalking, incendio e danneggiamento a carico di un preparatore che ad aprile scorso diede fuoco all'auto dell'ex amante e atleta. L'uomo dopo la denuncia della donna è stato arrestato dai carabinieri.

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La donna, una quarantenne di Vejano, è un'atleta agonista e sarebbe stata oggetto di attenzioni da parte del suo preparatore: l'episodio culminante ad aprile, quando la donna si è recata negli Usa per un'esibizione e lui ha dato fuoco alla sua macchina, lasciata a Vejano. «Quello è stato solo l'ultimo episodio - ha raccontato la donna in aula - che mi ha spinto a denunciare tutto. In realtà è iniziato molto prima».

L'imputato è conosciuto nel settore e specializzato come nutrizionista. A novembre 2016 è stato sottoposto ai domiciliari per spaccio di sostanze dopanti. «Ho conosciuto l'imputato - ha raccontato l'atleta - perché una persona in una chat di Facebook mi aveva dato il suo numero. Ero in cerca di un preparatore. Il nostro rapporto all'inizio era solo professionale, seguiva la mia dieta. Pian piano si è fatto più intimo e abbiamo iniziato una relazione sentimentale anche se io ero già sposata. Quando era ai domiciliari gli sono stata vicino e il nostro rapporto si è stretto. È li che ho capito che era una persona irascibile, piena di rancore».

Il rapporto si incrina quando la quarantenne decide di allontanarsi sentimentalmente e professionalmente. «Mi seguiva, spiava, controllava. Sia in palestra che a casa. Poi quando ha scoperto che avevo un altro preparatore è scoppiato. Ha iniziato a dirmi che avrebbe raccontato tutto a mio marito, che mi avrebbe ammazzato. Da giugno 2018 ad aprile 2019 è stato un incubo. Durante un incontro, chiesto da lui per spiegare alcuni comportamenti, mi ha preso a pugni in faccia e stretto le mani intorno al collo. Poi ha iniziato a danneggiarmi la macchina. Fino a quando non lei ha dato fuoco». Prossima udienza il 10 ottobre.
 

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