Presidente Regione Sicilia contro l'uso del femminile per le cariche istituzionali, scoppia la polemica

Presidente Regione Sicilia contro l'uso del femminile per le cariche istituzionali, scoppia la polemica
di Franca Giansoldati
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Giovedì 19 Dicembre 2019, 11:54

Sindaca, magistrata, chirurga, ministra, presidentessa. Visto che la tematica della rappresentanza paritaria non può prescindere da un confronto sul linguaggio di genere e, dunque, da un dibattito culturale, da tempo in Italia si registra un braccio di ferro tra chi vorrebbe apportare modifiche e chi, al contrario frena. In Sicilia in questi giorni è scoppiata l'ennesima bagarre sull'utilizzo del sostantivo femminile utilizzato dalla Consigliera di Parità regionale, richiamata però all'ordine dal Presidente della Regione Sicilia che le ha intimato di  non utilizzare il femminile. Un intevento che ha rinfocolato la polemica. 

«Stigmatizzo e dissento dalle dichiarazioni della consigliera di Parita' della Regione Siciliana, Margherita Ferro, per un intervento assolutamente inopportuno e inappropriato, oltre che privo di qualsiasi fondamento giuridico. La coniugazione al femminile di una carica istituzionale, infatti, appartiene esclusivamente alla libera autonomia di chi la ricopre» ha detto il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, in riferimento al 'richiamo' fatto al sindaco di Augusta, Cettina Di Pietro.

«Ritengo che la consigliera di Parita', che conosco e apprezzo da tempo - continua il governatore - dovrebbe occuparsi di ben altri problemi, invece che richiamare, senza averne titolo, un sindaco eletto direttamente dal popolo, cedendo cosi a un integralismo linguistico che non aiuta certo a migliorare le condizioni di disparita' delle donne in Sicilia».

Un richiamo che non mancherà di sollevare ulteriori polemiche. Recentemente nel Palazzo della Cassazione è stato ospitato un grande convegno nazionale dedicato alle discriminazioni di genere. L'avvocata Pina Rifiorati, presidente dell'ordine degli avvocati del Friuli e da anni in prima linea per  'aggiustare' e adeguare l'italiano, ha strappato applausi a scena aperta quando ha ricordato che «il linguaggio è sostanza e veicolo fondamentale dei cambiamenti culturali, se è vero che chi parla bene pensa bene, è altresì corretto affermare che nessun cambiamento sarà possibile senza un utilizzo appropriato e soprattutto consapevole dei termini e delle parole. Nell’ambito delle politiche antidiscriminatorie gli aspetti linguistici costituiscono il fondamentale e ineludibile punto di partenza, utile a rendere visibile il ruolo delle donne, a riconoscerlo, anziché occultarlo o segregarlo. Cambiare il lessico, usando peraltro le regole esistenti, non significa enfatizzare le differenze, come pure qualcuno ha detto, ma superarle proprio attraverso il loro riconoscimento.

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