Nessuna donna alla guida di tg e reti Rai, non si placa la protesta per le nuove nomine

Nessuna donna alla guida di tg e reti Rai, non si placa la protesta per le nuove nomine
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Martedì 19 Maggio 2020, 11:47

Donne escluse dai vertici Rai, monta la protesta. Nell'ultima tornata di nomine, i sei posti di direttori di tg e reti principali sono andati a uomini. Giuseppina Paterniti ha lasciato la direzione del Tg3 per fare spazio a Mario Orfeo, e Silvia Calandrelli è stata spostata ad appena quattro mesi dalla nomina dalla guida di Rai 3 per fare spazio a Franco Di Mare. Due accantonamenti che hanno fatto discutere, perché a entrambe, Paterniti e Calandrelli, era stato riconosciuto di aver svolto un ottimo lavoro. 

«I cambiamenti nelle direzioni del Tg3 e di Raitre, di fatto, azzerano la governance femminile nella televisione pubblica, sacrificando l’attuale e democratico principio costituzionale della parità di genere e di pari opportunità, al vecchio ed obsoleto modello di spartizioni politiche e vanificando gli sforzi fin qui ottenuti, sul piano normativo, per una comunicazione e una governance degli enti più rappresentativa dei generi», protesta Noi Rete Donne, associazione femminile che da oltre un decennio è impegnata sui temi della democrazia paritaria. «Consideriamo tali decisioni come gravi atti dal punto di vista democratico, etico, sociale e culturale prima ancora che una violazione delle norme e le regole che promuovono e realizzano le pari opportunità nel nostro Paese».


Rai, Orfeo direttore del Tg3, Di Mare alla guida di Rai3, Paterniti all'Offerta informativa, Sala al Gr

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Paterniti conquista la direzione dell'Offerta Informativa Rai (ruolo ricoperto prima da Carlo Verdelli) e Calandrelli è entrata nel Cda di RaiCom. Ma questi nuovi incarichi non placano le proteste. Tra le prime ad esprimere il dissenso è Laura Boldrini. «Nessuna donna alla guida di un Tg o di una rete Rai. Nelle zone di guerra vanno bene, ma quando si tratta di dirigere l’informazione e la programmazione di rete, l’azienda finge che non esistano. È tempo di dare alle donne ciò che è delle donne», ha scritto su Twitter la parlamentare dem.

 




Anche l'ex ministro Livia Turco boccia le nomine:«Colpisce che due professioniste di così grande talento non siano state confermate nei loro ruoli. Colpisce che il merito di queste due giornaliste non sia stato riconosciuto e valorizzato, colpisce che senza battere ciglio due uomini sostituiscano due donne di valore quando forte si è levata dalla società la necessità di smetterla con luoghi pubblici e professionali occupati solo da uomini»


«Donne direttori nei Tg e reti Rai. Rai Governo Renzi: 50%, 3 direttori donne (Colucci, Dallatana, Bignardi) e 3 direttori uomini (Orfeo, Mazzà, Fabiano). Rai Governo Conte M5s: 0%, 6 direttori uomini (Carboni, Sangiuliano, Orfeo, Coletta, Di Meo, Di Mare). Trova le differenze», il commento su Twitter del deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi.


 


 

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