Barbara Jatta: «Vedrete la Sistina come la sognava Raffaello»

Barbara Jatta: «Vedrete la Sistina come la sognava Raffaello»
di Laura Larcan
4 Minuti di Lettura
Sabato 11 Gennaio 2020, 08:50 - Ultimo aggiornamento: 13 Gennaio, 13:35

Progetta la festa di Raffaello nella Cappella Sistina, pensa già a Piranesi (il suo grande amore) e sogna più romani in visita ai Musei Vaticani. Firma il nuovo sistema di sicurezza per l'appartamento Borgia, pianifica mostre per le Ville Pontificie a Castel Gandolfo e orchestra accordi per la collezione egizia. Un'agenda piena, quella di Barbara Jatta, romana, classe 62, al terzo anno di direzione dei Musei Vaticani. «Questa istituzione è una macchina complessa ma solida, e in fondo sono fortunata: ho tanti colleghi direttori di grandi musei che devono affrontare fior di problemi».

Lei è la prima direttrice donna dei Musei Vaticani. È un dettaglio che le piace evidenziare?
«In realtà l'ho molto minimizzato. Ho lavorato per tanti anni alla Biblioteca Vaticana. Però ammetto che il nostro è un bell'esempio. Insieme a me, altre due donne hanno avuto nomine prestigiose. È un bel messaggio che Papa Bergoglio vuole dare».

Raffaello, 500 anni dalla morte: tutti gli eventi tra Quirinale, Vaticano, Domus Aurea e Appia Antica

Ha compiuto i suoi primi tre anni alla guida di questa istituzione. Qual è stato il momento più emozionante?
«Quando è venuto il Papa ad inaugurare il museo di Etnologia, dove il pubblico può trovare le proprie radici, insieme alla grande mostra sull'Amazzonia, che abbiamo deciso di prorogare fino a dopo Pasqua».

Il 2020. Quali sono gli eventi che dobbiamo aspettarci?
«Sarà l'anno delle celebrazioni di Raffaello. In questi giorni stiamo facendo le prove per il trasporto dei dieci grandi arazzi di Raffaello nella Cappella Sistina secondo l'originario progetto concepito dall'artista per Leone X, nel 500. È uno spettacolo emozionante. L'ultima volta sono stati appesi nel 1983. Stiamo lavorando ad un sistema sofisticato di luci, lo stesso che applicheremo alla nuova Sala VIII dedicata a Raffaello nella Pinacoteca. La nuova Cappella Sistina sarà visibile dal 17 al 23 febbraio, e quest'ultimo giorno coincide con la domenica ad ingresso libero, scelta con la volontà di condividere con tutti questo evento, soprattutto con i romani».

È un'impresa, anche perché gli arazzi non sono mai esposti tutti insieme.
«Ognuno misura 5 metri per 4, insieme diventano una superficie immensa. Così come l'aveva ideata Raffaello. Ci vorrà un giorno e mezzo per montarli. Cominceremo domenica 16 febbraio, ci vorrà molto personale. Ma tutti vogliono partecipare».

Anche la Pinacoteca, diceva, avrà il suo evento.
«Con la nuova Sala di Raffaello dove saranno allestite le tre opere chiave della sua carriera. La Pala Oddi, la Madonna di Foligno, la Trasfigurazione. In un deposito a Santa Maria di Galeria ho ritrovato le vecchie cornici, fatte, forse, quando Napoleone le portò al Louvre, o quando rientrarono al Vaticano. Comunque hanno 200 anni di storia. Le rimonteremo sulle tele».

Sul fronte dei restauri?
«Apriremo un grande convegno internazionale per dar conto degli ultimi risultati dei restauri, soprattutto della Sala di Costantino, che molto ha rivelato del talento di Giulio Romano, massimo discepolo di Raffaello. Non solo i colori ritrovati ci fanno riscoprire la sua abilità negli affreschi, ma anche le modalità di lavoro, con un sistema prestabilito di giornate sui ponteggi».

Oltre Raffaello, che possiamo aspettarci dal 2020?
«Una grande mostra su Piranesi per i 300 anni dalla nascita. Vogliamo raccontare un Piranesi diverso, la sua storia di collezionista in Vaticano, esponendo documenti e lavori dal Fondo della Biblioteca Vaticana».

In cosa vorrebbe lasciare il segno?
«Mantenere le qualità di fruibilità e accoglienza, ma anche di centro propulsivo nella ricerca. Il Louvre ha il nostro stesso numero di opere, ma noi abbiamo un terzo del loro personale. L'impegno è al massimo».

Per la Cappella Sistina in passato si è discusso di numero chiuso, monitoraggio dell'ambiente climatico. Lei che sistema di visita ha in mente?
«La Cappella Sistina è il posto più controllato del mondo. Io ho rapporti giornalieri su valori di umidità e temperature. Il mio predecessore Antonio Paolucci aveva organizzato già tutto. Per la Sistina è previsto un contingentamento dei visitatori, lo gestiscono i custodi».

State pensando ad altri sistemi di sicurezza?
«Contiamo di inaugurare ad aprile il nuovo sistema di climatizzazione nelle Stanze di Raffaello, fino ad oggi assente».

A proposito di flussi turistici nei Musei Vaticani, si è parlato di eccessivo affollamento nelle sale.
«Ci stiamo lavorando. Il principio è che noi vogliamo dare l'opportunità a tutti di vedere i musei. Penso a chi può visitarli una sola volta nella vita. Ci sono giornate più critiche, in cui l'affluenza è maggiore dell'ordinario. Ecco, in quelle giornate, che abbiamo già pianificato, estenderemo l'orario di apertura per snellire i flussi».

Un progetto che le sta a cuore?
«Le aperture notturne, che ripartiranno dall'ultimo venerdì di marzo. I Musei Vaticani si possono visitare nel momento più bello della giornata, al tramonto. Con i concerti di virtuosi delle accademie musicali. E si può anche cenare. Penso soprattutto ai romani, che sono terrorizzati all'idea di venire ai Musei Vaticani per via dei tanti turisti. Ecco, da romana, il mio sogno è di far venire più romani possibili».

© RIPRODUZIONE RISERVATA