Eppure basterebbe leggere l'ultimo rapporto dell'Onu, a disposizione di tutti i governi, pure della Santa Sede che al Palazzo di Vetro è Osservatore Permanente: «parlare di violenza di genere significa mettere in luce la dimensione sessuata del fenomeno in quanto manifestazione di un rapporto storicamente diseguale che ha condotto gli uomini a prevaricare e discriminare le donne». L'Onu chiarisce ulteriormente, che la discriminazione resta «uno dei meccanismi sociali decisivi che costringono le donne ad una posizione subordinata agli uomini».
Papa Francesco sembra non voler entrare troppo nel dettaglio. «La donna è in secondo piano, e l'espressione di sorpresa quando ha successo lo indica bene». Dice che «un mondo senza le donne non funzionerebbe» ma anche che «una casa senza una donna non funziona». Alla donna collega la parola tenerezza. Sebbene incalzato dalle domande, il Papa stavolta si ferma qui. In tante altre circostanze aveva denunciato il maschilismo nella società, «e il fatto che Eva sia stata creata dalla costola di Adamo non significa affatto sottomissione». Ma erano altri tempi, gli inizi del pontificato, e non gli era ancora scoppiato in mano il dossier sulle donne. Suore violentate da preti, suore sottoposte ad abusi di potere, suore costrette a fare le colf a vescovi e cardinali, suore estromesse dalle stanze dei bottoni sebbene, numericamente maggioranza. Circa 680 mila contro 400 mila preti, senza tenere conto che se un giorno, in uno scenario fantascientifico, le religiose dovessero incrociare le braccia si fermerebbe la grande macchina operosa della Chiesa. Finora non è accaduto e probabilmente non accadrà mai, anche se qualche segnale di inquietudine serpeggia.
NO AL VOTO NEL SINODO
Papa Francesco con le parole sembra giocare, anticipando novità di ampia portata ma poi, almeno finora, alla prova dei fatti, la presenza femminile la colloca in un ambito controllato. Le suore chiedevano il voto al Sinodo ma hanno ottenuto solo di sedere alla Segreteria organizzativa. Chiedevano il via libera al diaconato ma hanno ricevuto una risposta negativa. Senza contare l'assenza nelle stanze dei bottoni. Ultimamente una suora è stata incaricata di sedere nel consiglio di gestione dello Stato del Vaticano. Un segnale interessante ma lontano dai cambiamenti che il mondo si aspetta da una istituzioneproverbialmente maschilista.
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