Pamela Mastropietro, l'opera choc: lei è la Madonna, e Oseghale Gesù Bambino

L'opera incriminata
di Raffaella Troili
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Mercoledì 16 Ottobre 2019, 19:37 - Ultimo aggiornamento: 17 Ottobre, 19:31

Pamela Mastropietro con in braccio il suo aguzzino, Innocent Oseghale, l'uomo condannato per averla uccisa e fatta a pezzi. Una rivisitazione della Madonna con bambino di Bellini che non è passata inosservata e ha provocato rabbia e dolore. L'opera choc del 24enne artista torinese Andrea Villa (nome d'arte) che era stata usata come immagine per il lancio di una sua mostra personale, pur essendo stata ritirata prima dell'apertura della kermesse, ha fatto il giro del web. Potenza della rete, che non perdona.

La famiglia di Pamela, i cui resti furono trovati a gennaio del 2018 sul ciglio della strada a Macerata, dentro una valigia, amareggiata e incredula ha pubblicato su Facebook la foto dell'opera scatenando altre polemiche e commenti amari: «Che oscenità, abbiate rispetto per i genitori... e poi usare immagini sacre....». La mamma di Pamela Alessandra Verni non riesce a capirne il senso: «É vergognoso» ripete. «Non c'è rispetto per mia figlia». Lo zio Marco Verni, avvocato di famiglia annuncia che «andrà a fondo in questa vicenda per capire come sono andate le cose. Siamo venuti a conoscenza, per un caso fortuito, di questo quadro e lo abbiamo trovato blasfemo, dissacrante e offensivo sia della religione che di Pamela e della sua tragedia, oltre che dei familiari».


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L'opera doveva far parte della mostra allestita dal 19 settembre al 12 ottobre presso la Galleria d'Arte Riccardo Costantini di via Giolitti a Torino dal titolo “Salotto borghese Italia agli immigrati". A quanto pare lo stesso Villa, una sorta di Banksy di Torino, street artist specializzato nel rivisitare icone politiche usando la provocazione per analizzare e denunciare attraverso l'arte le strumentalizzazioni che avvengono in Italia non solo nella vita politica, deve aver capito che era meglio ritirare quell'opera. Ma internet corre veloce e l'opera pur non essendo mai stata esposta è sotto gli occhi di tutti.

Villa spiega che «Io lavoro da sempre sull'analisi dei mass media e su come le informazioni vengano elaborate da alcuni politici e giornali. L'immagine all'inizio doveva rappresentare la mostra. Ma per rispetto nei confronti dei familiari ho deciso che era meglio non stamparla né esporla dal momento che il soggetto poteva ledere la la loro sensibilità». Quanto al significato dell'opera: «Intendevo solo criticare la strumentalizzazione terribile di una vicenda criminale da parte ripeto di alcuni politici e mass media. Pamela in veste di Madonna perché anche la sua figura è finita a volte per assumere la veste di una martire, parlo di martirio mediatico. E Oseghale in quella veste voleva ricordare tutte le polemiche politiche sull'immigrazione che hanno accompagnato la tragedia. Una critica bilaterale ma apolitica la mia».

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Riccardo Costantini, gallerista di Riccardo Costantini Contemporary, ricorda che l'opera era stata scelta dall'autore per il lancio della mostra nei comunicati  partiti d'estate «purtroppo sono rimaste tracce su alcuni siti, da eventi facebook a Torino art gallery. Preciso che quando sposo un oggetto, consegno poi all'artista le chiavi. Nel frattempo Andrea ha cambiato idea, ha pensato mi ha detto al fatto che anche io avevo una figlia, insomma ha fatto delle valutazioni e ci ha ripensato». Ma era troppo tardi.

Nonostante l'opera sia stata sostituita da quella di Di Maio e ZIngaretti vestiti da angioletti, «ma non c'era volontà di offendere nessuno, Pamela è morta in una maniera orrenda. Conoscendo Andrea voleva parlare di immigrazione in maniera diversa. Ma mi sento di chiedere scusa alla famiglia Mastropietro: non era nostra intenzione infangare l'immagine della ragazza. Quanto a me, io credo che quell'opera fosse sbagliata. Non oso pensare a cosa passa nella testa di una famiglia che ha subito una tragedia del genere. Rilevo però che la strumentalizzazione è permessa solo a chi fa politica».

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