Utero in affitto, Carfagna: «Reato anche all'estero. Stop al commercio di bebè»

Utero in affitto, Carfagna: «Reato anche all'estero. Stop al commercio di bebè»
di Maria Lombardi
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Mercoledì 22 Luglio 2020, 08:34 - Ultimo aggiornamento: 12:59

Tante culle una accanto all'altra, stipate nella stanza di un hotel. Quarantasei, forse anche di più, figli di nessuno: non più delle mamme che li hanno messi al mondo e venduti, prestando il loro utero per 50mila euro, e non ancora delle coppie che li hanno acquistati ma per via del lockdown non sono potuti andare a ritirarli.  «Cari genitori, se ora non potete attraversare il confine e venire in Ucraina per prendere il vostro bambino, non disperate». Il video-choc girato dai responsabili della della clinica Biotexcom di Kiev lo scorso maggio ha fatto il giro del mondo e svelato il traffico di neonati nel Paese con le tariffe più «convenienti» per l'affitto dell'utero. In sottofondo il pianto dei piccoli, nella sala dell'hotel Venezia adiacente alla clinica. Il messaggio di infermieri e manager voleva tranquillizzare i genitori «surrogati» (inglesi, spagnoli e italiani) e invitarli a rivolgersi alle rispettive rappresentanze diplomatiche per accelerare le pratiche e così poter raggiungere l'Ucraina e prendere i bambini. Stop ai viaggi per compare figli, chiede ora la vicepresidente della Camera Mara Carfagna che ha presentato una proposta di legge per rendere perseguibile il reato di maternità surrogata commesso all'estero da cittadini italiani.   


 



 

Carfagna: lo scandalo dei neonati di Kiev


Che fine hanno fatto i neonati di Kiev? Lo ha chiesto il vicepresidente della Camera Mara Carfagna, il primo luglio, in una interrogazione al presidente Conte e ai ministri degli Affari Esteri, della Cooperazione internazionale, dell'Interno e della Giustizia. Cosa ne è stato dei bambini senza famiglia? È stato permesso alle coppie italiane coinvolte di andare in Ucraina, anche durante il lockdown, per prendere i bambini? «Abbiano messo in atto iniziative per far fronte a una palese violazione dei diritti umani», chiede Carfagna ai ministri,  e se ritengano opportuno intervenire per impedire ai cittadini italiani «il ricorso all’utero in affitto, inserendo la surrogazione di maternità fra i reati perseguibili fuori dai confini del Paese». 
Un business, quello dell'utero in affitto, che sfrutta la disperazione di tante donne, messo al bando in Thailandia, Nepal, Laos e Cambogia, sottoposto a severe restrizioni in India, mentre è permesso in Ucraina dove per ogni bambino concepito in laboratorio con un ovocita e il seme dell’uomo della coppia cha ha firmato il
contratto (eterosessuale, secondo la legge ucraina) si spende  dai 30 mila ai 50 mila euro. E così l'Ucraina, con 14 aziende, 50 cliniche specializzate e un migliaio di parti entro l'anno, è diventato il paese leader in questo commercio di bebè. 

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Il reato

In Italia l'utero in affitto è fuorilegge (articolo 12 della legge 49 del 2004). E adesso l'onorevole Carfagna presenta una proposta di legge per «rendere perseguibile il reato commesso all'estero». Basta trasferte  per l'acquisto di una gravidanza. «In quasi più della metà degli Stati membri dell'Unione europea non vi è un espresso divieto (è il caso del Belgio, della Danimarca, della Grecia, del Regno Unito, dei Paesi Bassi, solo per citarne alcuni), così come in quasi nessuno degli Stati esiste una legge specifica che disciplini il fenomeno».Nel resto del mondo la maternità surrogata è ammessa e praticata, in altri è regolamentata (Canada)  e viene consentita la «gestazione altruistica» ma non quella «gestazione lucrativa» che è invece permessa in alcuni Stati degli Usa. 
 

La proposta di legge


«La pratica della maternità surrogata - si legge nel testo - viene realizzata da imprese che si occupano di riproduzione umana, in un sistema fortemente organizzato che comprende cliniche, medici, avvocati e agenzie di intermediazione. Questo sistema ha bisogno di donne come mezzi di produzione in modo che la gravidanza e il parto diventino delle procedure funzionali, dotate di un valore d'uso e di un valore di scambio, e si iscrivano nella cornice della globalizzazione dei mercati che hanno per oggetto il corpo umano. Sia a livello internazionale, che europeo e nazionale, la centralità della persona umana e della sua dignità hanno trovato ampio e consolidato riconoscimento come pietra angolare del sistema delle relazioni fra Stati sovrani e dei rapporti non solo fra Istituzioni e cittadini, ma anche fra privati».

Secondo la proposta di legge commetterebbe reato «chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro» (come prevede l'articolo 12 della legge 40) non solo in Italia ma anche all'estero. I cittadini italiani che vanno in altri paesi per affittare un utero diventerebbero così punibili. 

 

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