Stalking e molestie, legge in arrivo: sarà arrestato chi ignora i divieti

Stalking e molestie, legge in arrivo: sarà arrestato chi ignora i divieti
di Emilio Pucci
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Domenica 8 Dicembre 2019, 01:09 - Ultimo aggiornamento: 16:23

Modifiche al codice rosso, l’introduzione nel codice penale di un reato ad hoc sulle molestie sessuali e l’obbligo per tutte le amministrazioni pubbliche, non solo quelle centrali ma pure quelle locali, di redigere il bilancio di genere per promuovere la parità tra uomini e donne e dare un «impulso al contenimento dei divari» nel mercato del lavoro. Tre diversi binari, tre diversi provvedimenti, un unico comune denominatore. Portano le firme di tutte le forze della maggioranza tre disegni di legge promossi al Senato, i primi due direttamente dalla presidente della Commissione sul femminicidio, la dem Valente. 

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TUTELA DELLE VITTIME
Il codice rosso che modifica il codice di procedura penale a tutela delle vittime di violenza domestica è stato approvato durante l’era giallo-verde nel luglio scorso. «Ma presenta alcune storture», denuncia l’esponente del Pd che con M5s, Iv e Leu punta a migliorare il provvedimento. Con ulteriori misure di carattere preventivo nelle fasi preliminari delle indagini «laddove la vittima è più esposta all’accanimento vendicativo del suo persecutore». 
L’introduzione della nuova fattispecie di reato in materia di violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa non prevede l’arresto obbligatorio in flagranza, «la polizia giudiziaria è impossibilitata a procedere», si tratta di «un vuoto normativo che espone la vittima a un grave pericolo per la sua incolumità». Oltre alla disposizione dell’arresto in flagranza, nell’articolo 2 del testo si prevede che anche fuori da questi casi il pubblico ministero disponga, «con decreto motivato», il fermo della persona gravemente indiziata dei delitti di maltrattamento e atti persecutori «quando sussistano fondati motivi per ritenere che le condotte criminose possano essere reiterate». Un fermo di 48 ore in attesa delle decisioni del Gip. 

Infine per mettere in maggiore sicurezza le vittime di violenza si chiede l’adozione di eventuali misure di protezione, come un’attività di sorveglianza specifica da parte delle forze dell’ordine. «Chiederemo subito la calendarizzazione del ddl», dice la Valente che nei giorni scorsi ha inoltre riunito attorno allo stesso tavolo sindacati e Confindustria per discutere delle molestie sessuali nei rapporti di lavoro. Il nostro codice penale non ha una disciplina ad hoc, a differenza di altri Paesi come la Francia. Il reato è ricondotto nella fattispecie delle molestie in generale, sanzionato con la medesima pena dell’arresto fino a sei mesi o con il pagamento di un’ammenda per un importo massimo di 516 euro. Pd, M5s, Leu e Iv propongono ora la reclusione da due a quattro anni per chiunque rechi «molestie o disturbo violando la dignità della persona ovvero la libertà sessuale della stessa».

Qualora il fatto sia commesso all’interno di un rapporto di lavoro, «di tirocinio o di apprendistato, anche di reclutamento o selezione, con abuso di autorità o di relazioni di ufficio», la pena è aumentata della metà. 

LA PROPOSTA
Nel ddl sottoscritto da una cinquantina di senatori viene chiesto al governo di stanziare 5 milioni di euro ogni anno, che le pubbliche amministrazioni per prevenire e contrastare le molestie e le molestie sessuali nei luoghi di lavoro, si avvalgono dei Comitati unici di garanzia per le pari opportunità e che l’Ispettorato nazionale del lavoro vigili «a decorrere dalla data della denuncia di molestie o di molestie sessuali sul luogo di lavoro, sullo stato del rapporto di lavoro della lavoratrice o del lavoratore».

Un altro ddl della maggioranza, infine, punta ad inserire nel nostro ordinamento l’obbligo per le regioni, le province, le città metropolitane, le unioni di comuni e i comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti «di redigere il bilancio di genere al fine di consentire la valutazione del diverso impatto della politica di bilancio sulle donne e sugli uomini in termini di denaro, servizi, tempo e lavoro non retribuito e incentivare l’adozione di misure da parte dei suddetti enti territoriali per il riequilibrio di genere degli interventi e delle politiche pubbliche». 
Emilio Pucci

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