Sono 1800 i consultori in Italia, ne servirebbero il doppio: solo al Nord funzionano bene

Sono 1800 i consultori in Italia, ne servirebbero il doppio: solo al Nord funzionano bene
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Giovedì 12 Dicembre 2019, 08:46

Dal concepimento fino alla nascita, per tutta l'adolescenza e anche nell'età adulta i consultori familiari tutelano la salute della donna e del bambino. Sono ancora troppo pochi rispetto ai bisogni della popolazione, ma offrono servizi essenziali con differenze nelle diverse aree del Paese. È quanto emerge dalla prima fotografia scattata dall'Istituto superiore di sanità grazie a un progetto finanziato e promosso dal ministero della Salute e coordinato dal Reparto salute della donna e dell'età evolutiva. In base a questa prima indagine effettuata su 1.800 consultori italiani, è emerso che il numero di questi centri sul territorio è quasi la metà in rapporto ai bisogni della popolazione. In Italia, infatti, vi è un consultorio ogni 35.000 abitanti sebbene la legge 34/96 ne preveda uno ogni 20.000.

La differenza tra le regioni è così marcata che in ben sette il numero medio di abitanti per consultorio è superiore a 40.000. «I consultori risultano da questa prima analisi un servizio unico per la tutela della salute della donna, del bambino e degli adolescenti - afferma Laura Lauria dell'Iss, responsabile scientifico del progetto - nonostante la frequente indisponibilità di risorse dedicate e la carenza di organico, tutti i consultori svolgono un'insostituibile funzione di informazione a sostegno della prevenzione e della promozione della salute della donna e in età evolutiva. Accompagnano il percorso nascita seguendo le donne in gravidanza e nel dopo parto, offrono lo screening del tumore della cervice uterina e garantiscono supporto a coppie, famiglie e giovani, sebbene con diversità nelle diverse». 

«Il ruolo dei consultori è stato e rimane strategico per il forte orientamento alla prevenzione e alla promozione della salute, la multidisciplinarietà dell'équipe professionale e l'approccio olistico alla salute. Nell'ottica della promozione della procreazione consapevole e responsabile, i consultori hanno contribuito a ridurre le interruzioni volontarie di gravidanza nel Paese di oltre il 65% dal 1982 al 2017 - dice Serena Donati, direttore del reparto Salute della donna e dell'età evolutiva - Rimane critica l'offerta gratuita dei contraccettivi che è garantita dal 25% dei consultori e l'offerta di interventi di educazione all'affettività e di promozione delle salute nelle scuole che riguardano meno della metà dei servizi».

Inoltre in 5 regioni i consultori sono incardinati nel Dipartimento materno infantile, in 2 regioni nel Dipartimento delle cure primarie, in 7 regioni fanno capo a Dipartimenti diversi nelle diverse Asl e in 5 non fanno parte di un dipartimento ma di un distretto. I consultori privati sono presenti in 6 regioni e una Pa e sono più numerosi nelle regioni del Nord. Tra i consultori che hanno svolto attività nelle scuole, inoltre, il tema più frequente è l'educazione affettiva e sessuale (il 94%), seguito dagli stili di vita, dal bullismo e cyberbullismo; meno frequenti i programmi di prevenzione dell'uso di sostanze che però sono in carico anche ad altri servizi. Le figure professionali più rappresentate nei consultori sono il ginecologo, l'ostetrica, lo psicologo e l'assistente sociale, con una grande sofferenza e variabilità in termini di organico tra le regioni.

Prendendo come indicatore il numero medio di ore lavorative settimanali per 20.000 abitanti previste per le diverse figure professionali per rispondere al mandato istituzionale, solo 5 regioni del Nord raggiungono lo standard atteso per la figura dell'ostetrica, 2 per il ginecologo, 6 per lo psicologo e nessuna per l'assistente sociale, che al Sud registra un numero medio di ore settimanali (14) che è quasi il doppio rispetto al Centro (8 ore) e al Nord (9 ore). 

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