Valentina, insegnante gay: «Scavalcata in graduatoria da un collega padre. Sono mamma anche io, ma non per lo Stato»

Due mamme con il figlio
di Maria Lombardi
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Lunedì 1 Giugno 2020, 13:13

«Sono una mamma h24 ma per lo Stato non sono nessuno». Valentina ha 45 anni, è sposata con Gianna, infermiera, ed entrambe sono mamme di Costanza, 5 anni, nata con l’inseminazione artificiale, avviata a Bruxelles. Gianna è la mamma biologica, Valentina non è nessuno.
Così in una graduatoria della scuola si è vista scavalcare da un papà perché lei non è riconosciuta come genitore. «Ho ricevuto la valutazione del mio profilo - racconta Valentina a Open - e sapete qual è stata la cosa che mi ha fatto più male? Vedere “punteggio 0” alla voce “figli”. Ma io una figlia ce l’ho. Perché io no e il mio collega, che qualche anno fa è diventato padre, sì? Cosa cambia tra me e lui? Perché devo essere sorpassata da chi ha un figlio, esattamente come me, e dunque può avere, come è giusto che sia, 6 crediti in più?».

Valentina insegna
 al liceo Psicopedagogico di Sulmona, non ha diritto né congedi parentali né aspettative. Non ha mai intrapreso l'iter per l'adozione di Costanza. «Non l'ho fatto perché dura anni e devi pure presentarti davanti a un giudice. Ci vogliono soldi, tempo e causa tanto stress. Lo Stato, invece, dovrebbe tutelarci facendo un’integrazione alla Legge Cirinnà – spiega – ne abbiamo bisogno, ma non solo noi. Nella stessa situazione ci sono tante altre mamme e tanti altri papà
».

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Elena Bonetti, il ministro apre alle adozioni per le coppie gay: «Le famiglie arcobaleno esistono»

Due donne e un sogno da abbracciare


L'adozione nelle famiglie arcobaleno. Sono questi gli effetti della mancanza di tutela per la cosiddetta stepchild adoption, sottolinea Neg.Zone. Il testo originale della legge Cirinnà sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso prevedeva, oltre a una serie di diritti e doveri  simili a quelli previsti per il matrimonio, anche la possibilità di adozione del figlio naturale del partner. Ma dopo una serie di polemiche la stepchild adoption è stata  stralciata. Tuttavia la legge Cirinnà prevede che «resta fermo quanto previsto e consentito in materia di adozione dalle norme vigenti», e dal 2007 c'è la possibilità da parte dei tribunali  di riconoscere l'adozione anche in coppie omosessuali.

Il primo riconoscimento di una adozione omosessuale è del 2014, quando il Tribunale dei Minori di Roma, ha permesso a una donna di adottare la figlia naturale della compagna. Le donne si erano sposate in Spagna e sempre all'estero erano ricorse alla procreazione eterologa assistita per avere un figlio. Il ministro per le pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, appena nominata aveva aperto all'adozione per le coppie gay: 
«Le famiglie arcobaleno esistono». E si calcola che siano almeno 100mila le famiglie gay con figli. L'adozione per le coppie omosessuali è riconosciuta in 27 Stati, tra cui Spagna, Francia, Germania, Regno Unito. 

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