La suora coraggio che sulla via Salaria sottrae le ragazzine agli schiavisti

La suora coraggio che sulla via Salaria sottrae le ragazzine agli schiavisti
di Franca Giansoldati
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Martedì 30 Luglio 2019, 16:25 - Ultimo aggiornamento: 16:26

Suor Eugenia, sister Eugenia ma anche mamma Eugenia. Le donne che ha salvato - decine di migliaia - la chiamano così. Gira col bastone, è miope ma ha un coraggio da leone e la generosità di chi sa cosa significa mettere in pratica il Vangelo senza guardare in faccia nessuno. Suor Eugenia, 80 anni suonati ma una vitalità da fare invidia a chiunque, è  l'emblema della Chiesa di Francesco nella lotta alla tratta di esseri umani. «Nel mondo ci sono 21 milioni di persone vittime di gravi abusi, tra i quali il lavoro forzato e lo sfruttamento sessuale» ricorda suor Eugenia che non si stanca di sensibilizzare la comunità internazionale, i governi (anche quello italiano) sul bisogno di proteggere le vittime e promuovere la difesa dei loro diritti.

La missione di suor Eugenia Bonetti è iniziata nel 1993, in una giornata di novembre come tante. Una donna malmessa e spaventata, Maria, le ha impolorato aiuto. «Sister please, help, help. Mi sono sentita gelare davanti a quel grido mentre la donna iniziava a piangere. Penso che il Signore mi abbia indicato in quel momento la mia strada. Dovevo aiutare queste donne».

Piano piano suor Eugenia - che aveva già alle spalle decenni di permanenza in Kenia e conosceva perfettamente l'inglese - ha cominciato a lavorare ad un progetto concreto. Salvare queste schiave sulle strade italiane significava prima di tutto metterle in sicurezza dai loro aguzzini. «Generalmente si pensa che la parola schiavo appartenga al passato. E invece basta andare sulla Salaria, sulla Pontina. Le schiave oggi hanno il volto delle adolescenti africane».

Suor Bonetti ha dato vita a diverse associazioni. La sera - ancora oggi - in compagnia di un gruppo di volontarie va sulla Salaria si presenta a salvare le sue «bambine». Ripete che solo lavorando insieme è possibile spezzare queste catene. Ma ci vuole la convergenza di tutti. La politica in primis. «Ma quella a volte non ascolta».

 

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