La scrittrice Gabriella Genisi: «Donne penalizzate anche nell'editoria: non compriamo più libri scritti dagli uomini»

Gabriella Genisi
di Vanna Ugolini
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Mercoledì 3 Luglio 2019, 09:14 - Ultimo aggiornamento: 15:08

ROMA Lolita lo Bosco, Camila, Chicca Lopez. Le protagoniste dei libri di Gabriella Genisi sono tutte donne. Una poliziotta, una badante, una carabiniera. Donne reali, colte anche nelle loro debolezze, donne che però, vivono con consapevolezza la vita. Risolvono omicidi o, più semplicemente, rimettono a posto la scala dei valori della vita. I suoi libri sono diventati dei best seller. Luca Zingaretti ha acquistato i diritti e ne farà un film. Ma, nonostante il successo, per essere prese in considerazione dal mondo dell'editoria e della comunicazione è necessario «insistere e presidiare».

Gabriella Genisi, come sta una donna nel mondo dell'editoria e della comunicazione?
«E' sempre difficile, c'è sempre il tentativo di metterci da parte, di non valorizzare il libro dell'autrice, di intervistare l'uomo, di prendere prima in considerazione il manoscritto di un uomo. Eppure le lettrici sono soprattutto donne. Siamo noi donne che compriamo i libri. Per questo mi è venuto in mente di lanciare una provocazione: per un anno noi lettrici non dovremmo più comprare libri scritti da uomini. Poi vediamo se gli editori ci prenderanno più in considerazione, se potranno fare a meno delle donne!»

Perchè ha scelto di scrivere solo storie con donne protagoniste?

«Scrivere di donne è un atto politico. E' una frase scritta molti anni fa ma ancora oggi è attuale. Inoltre noi donne siamo state descritte soprattutto dagli uomini. E sono venuti fuori troppo i nostri difetti: isteriche, emotive... Noi siamo anche altro e solo noi possiamo raccontarlo e raccontarci»

Altra scelta coraggiosa: Chicca Lopez è una carabiniera gender fluid

«Chicca Lopez è una carabiniera che da alcuni anni vive con una donna più grande di lei ma si accorge di cominciare a provare sentimenti anche per l'altro sesso. La letteratura deve osare e raccontare l'epoca in cui lo scrittore o la scrittrice vivono. Non possiamo chiudere gli occhi sul fatto che oggi ci sono giovani che preferiscono definirsi "fluidi" senza sottoporsi a interventi o trattamenti ormonali per cambiare sesso. Ci sono piattaforme dove questi giovani si raccontano e sono molto frequentate. E io ho voluto cogliere questo aspetto. Nel mio piccolo cerco di fare la mia battaglia per raccontare il cambiamento e per le donne».
 
Lei, però, quando si è sposata ha fatto la scelta di non lavorare.
«E' vero. A quel tempo, gli anni '80, gli anni che celebravano la donna in carriera, è stata una scelta a suo modo rivoluzionaria. Avevo l'esempio di mia madre che faceva l'insegnante ed era molto stanca, la vedevo affannata e ho deciso di non lavorare. Ogni scelta, se è consapevole, è quella giusta. Avevo anche una grande voglia di maternità. Ho fatto due figli e sono diventata nonna da poco. In quegli anni mi sono nutrita di libri e di arte. Così nel 2005 ho cominciato a scrivere. I primi tre libri sono stati pubblicati da case editrici locali. Nel 2009 ho avuto il contratto con una casa editrice nazionale, la Marsilio, per la serie di Lolita e da lì le cose sono cambiate, è stato il passaggio dalla passione alla professione. Ho avuto fortuna. Molti oggi scrivono ma si diventa veramente scrittori quando ci sono dei lettori che chiedono le tue storie. E i miei lettori le chiedono»

Tra l'altro lei ha un rapporto particolare con i lettori
«Interagisco con loro, sono sincera e trasparente, leggo quello che scrivono. Io abito in Puglia e quando vengono in vacanza dalle mie parti li invito a casa mia. La mia casa è sempre aperta e per i miei lettori è sempre pronta una focaccia pugliese».

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