Emma Carelli in un film, diva e sovrintendente, vittima delle disparità di genere e di Mussolini

Licia Maglietta nei panni di Emma Carelli nel film "La prima donna"
di Simona Antonucci
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Martedì 1 Ottobre 2019, 21:13 - Ultimo aggiornamento: 21:21

L'evento di preapertura della Festa del Cinema di Roma è dedicato a un racconto di memoria e di urgente attualità, di accurato documento ed emozione, di cinema e musica. La sera di lunedì 14 ottobre la Festa del Cinema entra nelle sale del Teatro dell’Opera di Roma, per accogliere l’anteprima mondiale de La prima donna, il nuovo film documentario di Tony Saccucci, con protagonista Licia Maglietta.
 

 


Il film, prodotto da Istituto Luce-Cinecittà in collaborazione con Teatro dell’Opera di Roma racconta la vicenda dimenticata, ritrovata e clamorosa di Emma Carelli: diva assoluta del teatro d’opera, osannata in tutto il mondo nei primi del ’900, e una delle prime donne manager italiane, direttrice del Teatro Costanzi (l’odierno Teatro dell’Opera di Roma) dal 1912 fino al 1926.

Soprano acclamata in Italia, in Europa, fino in Sudamerica, riuscì a trionfare anche come impresaria in un ambiente dominato esclusivamente da uomini portando nel suo teatro, per la prima volta in Italia, Picasso, i Balletti russi, i Futuristi.

Popolarissima e insieme innovatrice, carattere indomito, libera, emancipata, sin da giovane manifestò un’indole tale da farle tenere testa a colleghi più maturi, ai concorrenti degli altri Teatri, addirittura all’autorità massima e temuta del maestro Arturo Toscanini. E al capo del nuovo regime, Benito Mussolini.

Molto, tanto, troppo, per una donna in quegli anni. Arrivata allo zenit della considerazione pubblica, Emma Carelli inizia durante il fascismo a subire contraccolpi dalla sfera privata e da quella politica. Nel 1926 il regime di Mussolini la estromette improvvisamente dalla direzione del suo teatro, perché - recita un resoconto redatto dalla polizia segreta fascista –
«come donna ha sviluppato un carattere indipendente che le fa assumere atteggiamenti di superiorità verso chicchessia».

Nell’Italia che si avvia verso il regime autoritario, Carelli vede la fine del suo teatro. Del suo matrimonio. Della sua parte di protagonista nel mondo dello spettacolo. Muore in maniera cruenta nel 1928, l’anno che registra il maggior numero di donne suicide nella storia d’Italia.

La sua storia, di disparità e violenza di genere, nascosta negli archivi per decenni, torna alla luce con questo film. Dopo il caso mediatico – clamoroso per un documentario italiano, seguito dalla stampa italiana, iberica, fino al Times e oltreoceano alla CNN – de
Il pugile del Duce, menzione speciale ai Nastri d’argento per la miglior opera prima, Tony Saccucci torna con un nuovo racconto memoriale, dissotterrando un oblio di decenni, che rivendicando una vicenda di anni remoti riflette e illumina pieghe e dilemmi contemporanei.

La vicenda di Emma Carelli, esaltata dal suo talento, osannata dal suo pubblico, estromessa da un potere che non poteva accettare che una donna potesse occupare una posizione preminente, e farlo con indipendenza di giudizio e potere - insomma che una donna potesse occupare la posizione di un uomo – non può non riportarci al dibattito sulla disparità di genere oggi.

Sulla violenza di genere e sulla lotta per denunciarla, riaffermata di recente con forza mediatica proprio dal mondo dello spettacolo. Su quanta strada manca per una parità di trattamento che dipenda solo dai meriti.

Saccucci racconta questa storia attraverso documenti originali e inediti, testuali, fotografici e sonori; preziose immagini di importanti archivi nazionali ed esteri, primo tra tutti l’immenso Archivio storico Luce; film del cinema muto usati come materiale narrativo.

E riprese originali dentro il tempio del Teatro dell’Opera di Roma, dove Emma Carelli è interpretata da un’attrice del calibro di Licia Maglietta. Che riesce a farci sentire, vedere, vivere, l’arte e la donna mai vista e conosciuta che ebbe nome di Emma Carelli, come fosse una presenza viva.


La prima donna è un film di Tony Saccucci con Licia Maglietta, narrato da Licia Maglietta e Tommaso Ragno, in una produzione dell'Istituto Luce Cinecittà in collaborazione con Teatro dell’Opera Di Roma, soggetto Tony Saccucci, da un’idea di Carlo Fuortes.

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