Festa del Cinema, Mira Sorvino: «Con #Metoo spero di aver dato coraggio ad altre donne»

Festa del Cinema, Mira Sorvino: «Con #Metoo spero di aver dato coraggio ad altre donne»
di Gloria Satta
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Lunedì 21 Ottobre 2019, 09:37 - Ultimo aggiornamento: 10:23

Fanny Ardant risplende, ama, rievoca con passione e perfidia il passato in La Belle Époque, l'elegantissima commedia di Nicolas Bedos che, interpretata anche da Daniel Auteuil e Guillaume Canet, ha stregato la Festa di Roma. «È bello rivivere gli amori passati, anche quelli non corrisposti: non sono mai sprecati e nella vita s'imparano più cose dall'infelicità che dai momenti di gioia», sorride parlando in perfetto italiano l'attrice francese, 70 anni pieni di charme. Mira Sorvino, 52, una delle prime attrici a denunciare Harvey Weinstein, applaudita all'Auditorium nel film Drowning della sua amica Melora Walters, la butta invece sulla politica: «Sono felice e grata del momento che sto vivendo e, come parte del movimento #Metoo, spero di dare coraggio a tutte le donne che sono sopravvissute a violenze, abusi, sopraffazioni».
 

 


UOMO DEL SUD
La Festa ha accolto con fervore anche Riccardo Scamarcio, quasi 40, protagonista di Il ladro di giorni di Guido Lombardi nel ruolo di un ex detenuto che riscopre il figlio undicenne nel corso di un viaggio dal Nord alle Puglie: «Il mio personaggio, un mezzo criminale, è un tipico uomo del Sud degli Anni Cinquanta: semplice, un po' rozzo, ma capace di amare anche se all'inizio non ne è consapevole», dice l'attore. «Ho interpretato questo film perché parla di sentimenti e arriva al cuore del pubblico». La quarta giornata della Festa è stata densa di eventi e vivacizzata dal red carpet animato del cartoon Pupazzi alla riscossa e da un altro film animato, La famiglia Addams con le voci di Raoul Bova, Virginia Raffaele, Pino Insegno, Loredana Berté («questo cartoon è un inno alla diversità», ha detto la cantante): entrambi i titoli sono passati ad Alice nella Città dove Gabriele Muccino ha presentato il restauro di Come te nessuno mai, la sua opera seconda del 1999. Ma è stata Fanny Ardant a monopolizzare l'attenzione anche come protagonista di un Incontro ravvicinato con il pubblico, moderato da Antonio Monda, e dedicato in gran parte al rapporto dell'attrice con François Truffaut, regista dei suoi film di culto La signora della porta accanto e Finalmente domenica! e padre della sua seconda figlia Josephine.

DONNA DELLE CAVERNE
Fanny oggi si divide tra la recitazione e la regia, osserva che il cinema è molto cambiato («ed è in pericolo quando l'industria prevale sull'arte») e si dichiara anti-social: «Per quanto riguarda la tecnologia, sono una donna delle caverne. Mi limito a servirmi del cellulare e del computer, ma ignoro i social e non voglio sforzarmi di imparare ad usarli. Trovo molto più interessante combattere la società, essere contro il gruppo per non farsi fregare». Dalla carriera si aspetta «di avere sempre nuove sorprese, cioè interpretare ruoli mai recitati prima. Mi sono sempre concessa il lusso di essere libera scegliendo solo i progetti che amavo e quando sono sul set trovo eccitante entrare nel mondo del regista: quello di Bedos era ricco di passione». Il divertimento più grande durante le riprese di La Belle Époque? «Dire tante cattiverie ad Auteuil pensando invece di lui tutto il bene possibile». Nella parte di madre di tre figlie e nonna, l'attrice si trova benissimo: «Adoro il caos, le discussioni, i pianti, le risate che ci sono sempre in una grande famiglia». Il suo valore numero uno? «L'amore. Del successo, del potere, dei soldi non mi è mai importato nulla».
 

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