Dai congedi al contributo di libertà per le vittime di violenza, cosa prevede il piano della task-force per le donne

Dai congedi al contributo di libertà per le vittime di violenza, cosa prevede il piano della task-force per le donne
di Maria Lombardi
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Lunedì 8 Giugno 2020, 21:26 - Ultimo aggiornamento: 9 Giugno, 08:55

Più giorni di congedo parentale per i papà e asili nido, sostegno alla maternità per le lavoratrici autonome, un contributo di libertà per le donne vittime di violenza, l'assegno unico per ciascun figlio, il professionismo anche per le atlete,  la valutazione dell'impatto di genere di qualsiasi legge e incentivi per l'occupazione. Il piano elaborato dalla task-force di Vittorio Colao per la ripartenza dell'Italia dedica diversi capitoli alle donne e alle famiglie. Dalla lotta agli stereotipi all'aiuto di chi intraprende percorsi per uscire dalla violenza, ecco cosa prevede il piano degli esperti.  

Gli stereotipi. Sono ancora molto diffusi, è la premessa, basta pensare che il 30% dei giovani tra 18 e 29 anni pensa che sia accettabile che un uomo controlli il cellulare e l’attività sui social network della propria compagna/moglie e che il  51% degli intervistati ritiene che il principale ruolo della donna sia quello di accudire la famiglia e i figli contro l’11% della Svezia. Per demolirli, suggerisce la task-force, bisogna cominciare dalla scuola. Il primo degli stereotipi è che le bambine siano brave nella lettura e i bambini in matematica. Ecco, si deve avvicinare le bambine alle materie scientifiche invogliandole sin da piccole agli studi delle materie. E  poi campagne che divulghino una figura femminile non stereotipata, la promozione dello sport femminile. Anche le atlete vanno riconosciute come professioniste, sconfiggendo così una discriminazione senza alcun senso e che finora ha penalizzato le sportive. L'Istat dovrebbe introdurre, tra le rilevazione, un «Barometro sugli stereotipi e le discriminazioni» per il monitoraggio delle opinioni e degli atteggiamenti dei cittadini.

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L'occupazione. 
In Italia il tasso di occupazione femminile è molto basso: sotto il 50%.  Un quarto delle donne lascia il lavoro dopo la nascita del figlio. Con la crisi non può che andare peggio. E dunque sono necessarie misure che limitino l'uscita delle donne dal mercato del lavoro. Tra queste, la riforma dei congedi parentali
«indennizzandoli almeno al 60%», estendendo a 15 giorni  quelli per i papà. Le Regioni dovrebbero elaborare progetti formativi per donne che hanno dovuto chiudere la loro impresa a causa della crisi, lavoratrici poco specializzate, immigrate. E ancora: potenziare l’occupazione nei settori dell'assistenza sociale, sanità e servizi educativi per la prima infanzia, ad alta intensità femminile. 

Empowerment. Nei cda la presenza delle donne raggiunge il 36% solo dove è prevista una norma che garantisce la parità di genere, altrimenti è al 20%. Le donne inoltre guadagnano di meno. E anche laddove sono la maggioranza (sanità, magistratura, istruzione) solo in poche hanno ruoli di comando. Il piano punta alla parità di stipendio attraverso regole di trasparenza e riequilibrio delle retribuzioni di uomini e donne, a tutti i livelli. Nella PA, nelle istituzioni, enti pubblici (locali, regionali, nazionali, governativi), nei partiti politici, nelle fondazioni e nel Terzo Settore, vanno introdotte quote di genere negli organi apicali e consultivi, anche nelle commissioni e task-force (se non vengono rispettate le quote l'organismo decade). Nelle società pubbliche e private con più di 250 dipendenti e nelle controllate quotate bisognerebbe promuovere l'estensione delle quote di genere e valutare se introdurre un tetto al numero di incarichi.

Gender equality. L'Italia è in ritardo e deve allinearsi alla 
Strategia per la parità di genere 2020-2025 della Commissione europea. Il Piano suggerisce l'adozione della valutazione dell’impatto di genere di ogni iniziativa legislativa.

La famiglia. Un piano nazionale per lo sviluppo di nidi pubblici e privati (0-3 anni) per la maggioranza dei bambini, per aiutare le donne nella conciliazione dei tempi di vita, sostenere il desiderio di maternità e paternità e diminuire le disuguaglianze tra bambini. I nidi sono ancora pochi, solo il 25% dei bambini può accedervi, appena il 10 per cento al Sud. Va dunque estesa l'offerta dei  nidi raggiungendo in 3 anni il 60% dei bambini eliminando le differenze tra Centro, Nord e Mezzogiorno.  É prevista l'introduzione di un assegno unico per ogni figlio, variabile in base al reddito familiare. Il piano prevede inoltre agevolazioni per il welfare aziendale. 

Le vittime di violenza.
 Introduzione del Contributo di libertà per tutte le donne che intraprendono un percorso di uscita dalla violenza,  tipo Reddito di Emergenza e/o Cittadinanza. Agevolazione alle imprese che assumano  donne inserite in percorsi di accoglienza e protezione presso Centri Anti Violenza  o “case rifugio”. Nel 2019 lo stanziamento per Centri Antiviolenza e Case rifugio è stato di 20 milioni di euro, secondo la task-force i fondi devono aumentare  del 50 % e bisogna raddoppiare i posti nelle case rifugio. 



Su Twitter il commento del ministro delle pari opportunità e della famiglia, Elena Bonetti: «Colao ha recepito le priorità indicate dalla task-force Donne per un nuovo Rinascimento». 
 



 

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