Fase 3, #Datecivoce: «Task-force Colao verso la liquidazione? Ingresso delle donne, una scelta di facciata»

#Datecivoce: «Task-force Colao verso la liquidazione? Ingresso delle donne, una scelta di facciata»
di Maria Lombardi
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Lunedì 8 Giugno 2020, 17:07 - Ultimo aggiornamento: 21:27

Era il 12 maggio scorso quando il premier Conte aprì task-force e Comitato scientifico a più donne. Dopo polemiche, appelli e flash mob sul web, il governo decise che andava corretto lo squilibrio all'interno della cabina di regia guidata da Vittorio Colao per la ricostruzione e del gruppo di super-esperti: la presenza femminile era quasi inesistente. Una conquista per il movimento #datecivoce e per tutte le parlamentari che erano scese in campo reclamando più spazio alle competenze femminili. Ma che ora rischia di rivelarsi una delle tante operazioni «di facciata», attaccano le donne di #datecivoce. Il fatto è che la task-force presieduta da Colao sta per essere liquidata, che ne sarà del contributo delle 11 esperte, arrivato tra l'altro in grande ritardo? In che modo nella fase 3 potrà incidere il lavoro svolto dalle economiste, imprenditrici, sociologhe e studiose chiamate ad affiancare la squadra prevalentemente al maschile voluta da Conte? É quanto si chiedono le promotrici dell'appello che aveva dato battaglia perché le cabine di regia includessero più donne. 


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«Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte spieghi perché dopo due mesi di lavoro e l’ingresso in extremis, grazie anche alla nostra mobilitazione, di alcuni dei migliori talenti femminili, la task force presieduta da Vittorio Colao sta per essere liquidata. In che modo il lavoro della task force contribuirà concretamente al piano di rilancio dell’economia italiana e inciderà sugli Stati Generali? Se tutto si esaurisse in un nulla di fatto la nomina delle 11 esperte donne nella task force e nel comitato tecnico-scientifico, arrivata a meno di un mese dalla dismissione di questi team al maschile, avrebbe il sapore amaro di una scelta di facciata», scrive il movimento   #Datecivoce.
«Il nostro impegno non si esaurisce con la chiusura delle task force e dei gruppi di lavoro. Stiamo sostenendo la petizione #HalfOfIt promossa dall’europarlamentare Alexandra Geese e portata in Italia dalla professoressa Costanza Hermanin, tra le prime firmatarie e promotrici di #DateciVoce, che si concentra su alcune proposte come bilancio di genere del Recovery Fund, sviluppo di servizi di assistenza all’infanzia e scuole come supporto alla genitorialità, statistiche di genere del lavoro pagato e non pagato come base per un nuovo calcolo del Pil, rispetto delle quote di genere nelle aziende pubbliche e private, sostegno alla imprenditorialità al femminile».

Le task-force. Cinque donne nella task-force del governo, e sei nel Comitato tecnico scientifico. Undici esperte erano state chiamate a disegnare, insieme agli altri, l'Italia del post-coronavirus. C'erano voluti flash-mob, la maratona virtuale con le mascherine e la mozione delle senatrici per convincere il premier a intervenire: solo 4 donne su diciassette nella prima task-force. «Non sono solo un mancato riconoscimento al patrimonio di competenze femminili ma non offrono nemmeno una giusta rappresentazione della nostra Italia», era stato l'appello del movimento che si era costituito proprio per chiedere una diversa composizione della cabina di regia. E così erano arrivate: Enrica Amaturo, professoressa di sociologia all'Università degli Studi di Napoli Federico II, Marina Calloni, professoressa di Filosofia politica e sociale dell'Università di Milano-Bicocca e fondatrice di “ADV - Against Domestic Violence”, Linda Laura Sabbadini, direttrice centrale dell'Istat, pioniera delle statistiche e degli studi di genere, Donatella Bianchi, presidente del Wwf Italia, Maurizio Iachino, dirigente d'azienda, presidente di Fuori Quota. 



 

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