Ragazza down cambia 10 professori, dopo 7 anni di battaglie la madre ottiene il sostegno

Ragazza down cambia 10 professori, dopo 7 anni di battaglie la madre ottiene il sostegno
di Rosalba Emiliozzi
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Mercoledì 28 Agosto 2019, 09:37 - Ultimo aggiornamento: 14:43

E' una mamma battagliera, non indietreggia di fronte a un sistema che penalizza chi ha più bisogno, chi è più fragile. E' una mamma che combatte, lo fa per la figlia down, ma è una lotta per tutti gli alunni in difficoltà, per la loro istruzione. E  alla fine ha vinto la sua tenacia. E' soddisfatta la madre di Anna, nome di fantasia della bambina down di Morro d’Oro, in provincia di Teramo.

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Dopo anni di battaglie legali e mediatiche, è riuscita a avere un’insegnante specializzata nel sostegno per la terza media. «Sono soddisfatta, ma molto stanca - dice la mamma - sono battaglie che ti svuotano perché difficili emotivamente, toccano ciò che hai di più caro, un figlio, e ancora di più se ha difficoltà linguistiche e cognitive gravi come mia figlia, che resta comunque una bambina serena, felice di andare a scuola, è innamorata della sua assistente». Quest’anno la 14enne avrà anche una prof di sostegno, che ha già preso contatti con la famiglia per un primo incontro sul percorso formativo da fare dell’ultimo anno di medie. Una vicenda, quella di Anna, ben conosciuta all’ufficio provinciale scolastico e, ora, anche al ministero dell’Istruzione.

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La mamma di Anna è stata a Roma il 16 luglio, con il suo avvocato Pietro Colleluori, per incontrare i funzionari del dipartimento inclusione del Ministero. Incontro chiesto dalla stessa madre e fissato in piena estate, dopo che il caso di Anna aveva avuto un rilievo nazionale grazie a una lettera-denuncia dei genitori, stanchi di vedere la figlia non fare progressi perché non supportata a scuola da un prof specializzato. La madre, nell’aprile scorso, chiese l’applicazione della sentenza del Tar, emessa nel 2013 e passata in giudicato, che sanciva «il diritto della minore di essere affiancata da un insegnante di sostegno qualificato nel corso dell’intero anno scolastico». Mentre la ragazzina era seguita, da due anni, da docenti ordinari, una volta una prof d’inglese, poi un supplente di ginnastica. «Bravissime persone, ma non adatte al percorso formativo di mia figlia - disse la madre - Mia figlia è uscita dalle elementari che sapeva scrivere una frase, era autonoma nel vestire, andare in bagno e nel mangiare. Alle medie è ripartita da zero, con vocali, sillabe e alfabeto. Ha cambiato 10 insegnanti, di sostegno e non, in sette anni di scuola. Non c’è stata continuità nella formazione didattica. Come vuole che progredisca così?».

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Ne è nata una schermaglia con la preside Antonietta Battelli che rispose per le rime: «Le graduatorie di insegnanti di sostegno specializzati sono esaurite, per cui siamo ricorsi alle graduatorie di insegnanti comuni. La bambina ha il sostegno, ma devo affiancarle un insegnante non specializzato e comunque la responsabilità è dell’intero consiglio di classe, la programmazione è condivisa da tutti i docenti e la bambina è ben tutelata e inserita». E fece capire che il “calvario” scolastico di Anna era comune a tanti altri bambini con difficoltà. Pochi giorni dopo la preside comunicò all’avvocato della famiglia che la bambina in terza media avrebbe avuto l’insegnante di sostegno per tutto l’anno, ma il ministero aveva già disposto un’ispezione a scuola, che arrivò qualche giorno dopo.

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«Voglio che mia figlia recuperi in fretta. Con la docente, che è molto preparata, stiamo lavorando sulla programmazione differenziata. La bambina dovrà ricominciare dalla quinta elementare, con scrittura e lettura». Il futuro? «Spero che mia figlia abbia un insegnante di sostegno assegnato in continuità, almeno per tre anni, anche alle superiori» dice. Poi c’è lo scoglio della nuova legge che di fatto esclude le famiglie dal Pei, il piano educativo individuale, che non dovrà più essere condiviso con i genitori. «Abbiamo fatto una petizione e c’è un’interrogazione parlamentare - replica la mamma - ci stiamo battendo per cambiare la legge, ma l’amarezza è tanta».

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