Il #MeToo nell'arte parte da Washington: «Dove sono le donne artiste?»

Una delle opere di Fontana, Ritratto di Costanza Alidosi
di Laura Bogliolo
3 Minuti di Lettura
Sabato 9 Novembre 2019, 17:00 - Ultimo aggiornamento: 17:26

«Ma le donne artiste, dove sono?» La domanda la fece Wilhelmina Cole Holladay collezionista di arte e mecenate. Nel 1981 creò a Washington il "National Museum of Women in The Arts", l'unico museo al mondo nato per dare visibilità ad artiste del passato e di oggi, dimenticate e ignorate dalla storia dell'arte.

Secondo le informazioni raccolte dal Nmwa il 51% degli artisti visivi viventi negli Stati Uniti sono donne e, in media, guadagnano 81 centesimi per ogni dollaro realizzato dai loro colleghi maschi. Un recente studio della Public Library of Science ha rilevato che delle collezioni permanenti di 18 importanti musei d'arte negli Stati Uniti, l'87% delle opere rappresentate sono di uomini. E ancora, secondo un'analisi del 2017 condotta da Artnet Analytics e dall'Università di Maastricht solo il 13,7% degli artisti viventi rappresentati nelle gallerie in Europa e Nord America sono donne.


«Nonostante il 51% degli artisti visivi siano donne, la percentuale di opere d'arte delle donne nei musei statunitensi è significativamente inferiore. Questa non è certamente una mancanza di grandi donne artiste, specialmente oggi» spiega al Messaggero Emma Filar, Communications e Marketing Manager del National Museum of Women in the Arts. «Nel mondo dell'arte, come nella società nel suo insieme – aggiunge - è difficile abbattere vecchie abitudini e modi di vedere obsoleti». Qualcosa anche in Europa si sta muovendo. Il Museo del Prado di Madrid ha dedicato una mostra a due pittrici del Rinascimento completamente dimenticate, Lavinia Fontana e Sofonisba Anguissola. Una delle opere di Fontana ("Ritratto di Costanza Alidosi", 1595) proviene dal "National Museum of Women in the arts". «Le vite delle donne – aggiunge Emma Filar - sono complicate da un sistema intrinsecamente patriarcale. Ciò può essere visto nella parità retributiva, nella mancanza di un congedo di maternità retribuito, di sostegno organizzato per l'educazione dei figli e nella percezione che le donne non siano altrettanto brave in determinate professioni - compresa l'arte».

Cosa succede in Italia? La discriminazione non è nel mondo dell’arte ma nel mondo in generale. Yasmine Elgamal è una giovanissima artista. Ha 26 anni, Marco Rossati, storico allievo di Giorgio De Chirico, è stato uno dei suoi maestri. Lo scorso anno ha partecipato con l'opera "Absentminded” al progetto patrocinato dal X Municipio di Roma, ‘Urban area #nonsolo25’, promosso dall’associazione a.DNA. Il numero 25 si riferiva alla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Oggi, tra le altre cose, cura diverse mostre alla "Tevere Art Gallery" di Roma.

«Viviamo in una società maschilista che ha già provveduto alla damnatio memoriae di artiste, scrittrici e dedite alla scienza, cancellate dalla memoria collettiva – racconta Yasmine - Sebbene oggi la dinamica sia più nascosta, continua ovviamente e palesemente ad esistere. Consapevoli di ciò che c’è dietro la facciata, facciamo il nostro, e se proprio vorranno cancellarci, rendiamo loro il lavoro difficile. Nella mia esperienza artistica non mi sono scontrata con comportamenti machisti, ma non escludo che possa succedere, è una dinamica immensa e che ingoia la società tutta».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA