#Datecivoce, lettera aperta a Conte e Colao: «Più donne nelle task-force per gestire la crisi»

#Datecivoce, lettera aperta a Conte e Colao: «Più donne nelle task-force per gestire la crisi»
di Maria Lombardi
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Martedì 14 Aprile 2020, 16:39 - Ultimo aggiornamento: 18:35

In prima fila a combattere il virus, ma solo negli ospedali e nei centri di ricerca. Quando c'è da prendere le decisioni e disegnare l'Italia della ripartenza, accomodatevi nelle ultime file, se è rimasto un posto libero. Le donne, grandi assenti nei luoghi di comando, laddove si danno gli indirizzi sul futuro ci aspetta. Nella cabina di regia guidata dal manager Vittorio Colao a cui il premier Conte ha affidato l'incarico di gestire la fase 2 solo 4 esperte. Quattro su diciassette. Davvero troppo poche. «Non sono solo un mancato riconoscimento al patrimonio di competenze femminili ma non offrono nemmeno una giusta rappresentazione della nostra Italia. Chiediamo fin da ora che nelle Commissioni e nelle task force, costituite e da costituirsi, per gestire la “fase 2” dell’emergenza, si valorizzi il talento femminile e sia inserito un adeguato numero di donne capaci, commisurato alla rappresentanza femminile di questo Paese, che è la metà della popolazione». Questa è la richiesta avanzata al presidente del Consiglio e a Colao  in una lettera aperta scritta da associazioni e donne impegnate nella battaglia per la parità. Tra le prime ad aderire: Noi Rete Donne, Inclusione Donna, Soroptimist, Ladynomics, GammaDonna, Community Donne 4.0, Differenza Donna Ong, Movimenta, Young Women Network ma anche realtà del territorio come Tutti per Roma, Roma per tutti, Coordinamento 3 Donne di Sardegna e A.Do.S. In poche ore, l'appello, scandito dall'hashtag #datecivoce, sta viaggiando per l'Italia, rimbalzando di chat in chat, via mail e sui social e ha già ottenuto più di 50mila adesioni tra cui si registrano anche quelle di parlamentari, anche uomini.








«Le donne ci sono state in questa crisi, hanno lottato, sopportato, subito, sperato e disperato. Insieme agli uomini, e forse, in alcune dimensioni, anche più degli uomini. Tutto questo, purtroppo, non ha trovato un’adeguata rappresentazione nei centri di decisione pubblica e collettiva. Da più parti è stata osservata la mancanza di un’adeguata presenza femminile tra i protagonisti politici e scientifici della crisi, rilevata in numerose occasioni, non ultima la nomina della task force governativa composta per l’80% da uomini».

Le donne, ancora una volta fuori. La strategia per combattere il virus pensata dagli uomini. Vittorio Colao guida la task-force della fase 2, dopo che il premier Conte ha condotto la fase 1. Consultandosi con altri uomini, tra cui Angelo Borrelli, alla guida della Protezione civile, Domenico Arcuru, commissario dell'emergenza e il comitato tecnico-scientifico (nessuna donna). L'unica presenza femminile alle conferenze stampa che si avvicendano ogni pomeriggio da oltre un mese è quella della traduttrice che racconta ai sordi l'evoluzione del virus. É vero che la ministra della famiglia e delle pari opportunità Elena Bonetti ha costituito una task-force di esperte, 
“Donne per un nuovo rinascimento" formato da scienziate, economiste, imprenditrici e scienziate.

«Una  iniziativa a cui guardare con apprezzamento, purché sia un progetto delle donne per il Paese. Tuttavia, non basta», si legge nella lettera aperta inviata a Conte e Colao. «La crisi ha insegnato infatti come i problemi sociosanitari siano in grado di condizionare l'economia e viceversa.  Il concetto di cura, storicamente relegata a dimensione domestica e familiare, può assurgere oggi come categoria interpretativa e salvifica del mondo, sia che si parli di persone, di economia, di scienza o di ambiente».

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«Non è un caso, ad esempio - continua la lettera - che nei Paesi a guida femminile ci sia stata una risposta alla crisi mediamente più efficace, accompagnata a un'attenzione dichiarata al benessere psicologico e alla comunicazione, intesa anche come dialogo con i bambini e le bambine. Si è trattato, infatti, di un approccio femminile nato spontaneamente da chi questo tipo di cura l'ha praticata per secoli». Per aderire all'appello è possibile inviare una mail  all'indirizzo: datecivoce gmail.com . L'elenco, in corso di aggiornamento, è visibile sulla pagina ufficiale facebook di #Datecivoce. 

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