Terremoto, neve e frane: la super sindaca che ha gestito l'apocalisse in un'ambulanza a Civitella

Il sindaco di Civitella del Tronto, Cristina Di PietroTerremoto, nevone e frana: gestì l'apocalisse in un'ambulanza, la sindaca Di Pietro: «Ora devo ricostruire Civitella»
di Rosalba Emiliozzi
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Giovedì 27 Giugno 2019, 09:16 - Ultimo aggiornamento: 23:25

Sono venuti anche dall'Australia per studiare la frana "sismo-indotta" che ha trasportato per quindici metri le case di Ponzano, spazzando via per sempre la bellissima frazione di Civitella del Tronto, nell'Alto Abruzzo. Un fenomeno eccezionale, quasi da fine del mondo, che non ha ucciso nessuno solo perché la Terra ha avvertito i suoi abitanti dando segnali evidenti di cedimento. «Mi si sfonda il pavimento» gridò una donna.

«Quando ci sono arrivate queste segnalazioni ho fatto subito evacuare la zona» dice il sindaco Cristina Di Pietro, 46 anni, avvocato, che nell'inverno del 2017 si è trovata ad affrontare due emergenze  da apocalisse: la nevica di gennaio con un muro bianco e compatto di due metri e 70 centimetri, tre scosse sismiche di magnitudo 5.3 e 5.4 e il black out dell’energia elettrica per più di otto giorni in tutto il territorio comunale, erano i giorni di Rigopiano, ma a Civitella, isolata, lo hanno saputo una settimana dopo.

Il mese dopo la maxi frana. Dopo tre giorni di pioggia incessante, il 13 febbraio di due anni fa le case iniziarono a “camminare" con la collina di circa 60 ettari che scivolò a valle per 15 metri, alcune rimasero in piedi, altre crollarono, mentre i 150 abitanti erano stati appena messi in salvo grazie alla prontezza di una donna sindaco che gestì la prima emergenza dentro a un'ambulanza requisita - come si fa quando si sta combattendo una guerra - e trasformata nel suo ufficio. «Fu una catastrofe di proporzioni immani - racconta il sindaco Di Pietro - siamo rimasti senza luce per una settimana, imprigionati nella neve, spalata a mano dall'Esercito. Le turbine arrivarono dopo sette giorni dal Trentino e solo allora riuscimmo a raggiungere le frazioni isolate».

Quella settimana è stato uno spartiacque nella sua vita di amministratore ma anche di professionista, moglie e mamma di un bambino di 12 anni.

«La frana "sismo-indotta" è molto studiata, vengono esperti da tutta Italia e dall'estero - dice Cristina Di Pietro - segnali di dissesto c'erano stati, veniva monitorata ma in quei giorni eccezionali, l'acqua iniziò a spingere lentamente, la collina in una settimana si spostò di circa 15 metri. Poi si scoprì che sotto c'erano falde acquifere silenti e che, a causa del sisma, della neve e della pioggia, hanno ceduto provocando lo scorrimento della collina».

Oggi Ponzano non c'è più. Il grosso del territorio è off-limit, zona rossa. Solo un nucleo di 50 persone ancora vive in un'area sicura. «La nuova Ponzano verrà ricostruita a Sant'Eurosia, frazione limitrofa» dice il sindaco, ora impegnata nella difficile fase della ricostruzione di Civitella del Tronto, colpita insieme a tanti altri comuni del Centro Italia nell'ottobre del 2016 dal terremoto e inclusa nel cratere sismico. 

«Ogni nostra azione è volta a contrastare lo spopolamento e la lentezza burocratica che davvero ci frena» spiega il sindaco. Il borgo storico ospita la «fortezza borbonica più grande d'Italia, seconda solo a Salisburgo, con 50mila presenze l'anno - dice il sindaco - l'anno scorso abbiamo avuto un crollo vertiginoso di turisti per la paura del terremoto, ora stiamo recuperando». Il Comune ce la mette tutta per essere attraente. Sta per inaugurare un parco interattivo con percorsi che corrono sopra la pineta e aree picnic. Nella Fortezza saranno investiti 4 milioni per percorsi adatti ai disabili e la creazione di contenitori turistici. Poi verrà messa in sicurezza la parete usata per le arrampicate.

«Ci stiamo provando, ma la ricostruzione è molto lenta, non va di pari passo con la vita  delle persone e se i residenti se ne vanno il paese muore. Per questo ho fatto di testa mia e dopo il terremoto ho riaperto la scuola in un ristorante e in otto mesi ne ho ricostruita una nuova e definitiva per non far allontanare i bambini, grazie anche a una sottoscrizione dei 2.800 dipendenti della Pilkington» spiega Di Pietro, che comunque ha visto assottigliare la popolazione passata da 5.200 a 4.800 abitanti. Ma non si abbatte. Anzi rilancia.

A Civitella ha creato un polo innovativo da zero a sei anni con un progetto didattico che parte dal nido e prosegue alla materna e attrae bambini da altri comuni come Ascoli Piceno e  Sant'Egidio la Vibrata. E a breve sarà realizzato un giardino esterno dove i piccoli potranno fare  l'orto, potare le piante, innaffiarle e curarle.

Ma come riesce a fare tutto? «I miei assessori mi dicono: ma tu sei peggio di un uomo - ci scherza su la Di Pietro, rieletta per il socondo mandato con l’89 per cento dei voti -  E' vero, lavoro molto, faccio anche molti atti amministrativi, studio le norme difficili e cavillose sulla ricostruzione, è l'unico modo per combattere la lentezza nella presentazione dei progetti. Dobbiamo accelerare, dare servizi, favorire in ogni modo la residenzialità altrimenti la storia dei nostri paesi rischia di finire per sempre». 

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