Victoire, la chef congolese: «Nel mio lavoro se resti incinta ti buttano via come una mela marcia»

Victoire, la chef congolese: «Sopravvissuta agli stupri e alla guerra, ora creo ricette in tv»
di Maria Lombardi
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Giovedì 12 Dicembre 2019, 08:36 - Ultimo aggiornamento: 19:25

«Questa negra se ne andrà alle 17. Mi dicevano così in cucina. Scommettevano soldi che sarei rimasta solo quattro ore». Hanno perso tutti. Victoire Gouloubi in quella cucina stellata ci è rimasta mesi e mesi, a "rubare" i segreti del maestro Claudio Sadler e a conquistare piatto dopo piatto la sua fiducia. «Lì ho capito cosa è la squadra, se non ti accettano sei fuori. Sono molto riconoscente allo chef Sadler per tutto quello che mi ha insegnato e il sostegno che mi ha dato. Lui mi ha sempre detto: non mi interessa se sei nera o se sei donna, conta solo che sei sveglia e pedali. Anche grazie a lui non ho mollato, non potevo farlo , mi era costato così tanto quel traguardo», ricorda la chef trentottenne italiana di origine congolese che in tv racconta persone e storie con le ricette. «A 21 anni ho lasciato il mio paese dove avevo visto uccidere mio fratello e decapitare tante persone. Ho visto una donna incinta a cui hanno aperto la pancia, mi sono nutrita di larve, pesavo solo 20 chili. Ho visto l'orrore e la guerra, ho vissuto sotto i bombardamenti. Ho visto una bambina di 5 anni stuprata da 12 uomini. E anche io sono stata stuprata più volte, la prima a cinque anni. Capita ancora che mi sveglio con gli attacchi di panico, mi sento sporca macchiata, mi chiedo perché è capitato a me. E quando sento dire negra di merda torna nel tuo paese io mi chiedo cosa sa del mio paese chi parla. Che ne sa cosa ho laciato e perché sono fuggita. I miei genitori avevano dato via tutto per mandare me e mio fratello a studiare in Italia. Non potevo mollare».

Solo ricordi adesso, ma fa male ancora parlarne e Victoire cambia voce. Lei non ha mollato quella e altre cucine, la passione per i sapori e gli accostamenti creativi l'ha portata lontano. Adesso, ogni martedì su "Gambero rosso", canale 412 di Sky, conduce per 10 settimane un programma: Il Tocco di Victoire”,  un format originale in onda in prima serata.





In ogni puntata  Victoire - che oggi è sposata, ha un figlio di 12 anni e vive a Milano - si lascia ispirare dalla storia e dalla personalità di un ospite per creare due ricette originali, la scelta di ogni ingrediente ha un preciso significato. La prima è stata Federica Gasbarro, la Greta Thunberg italiana, giovane coordinatrice e portavoce di Fridays for future Roma.
«Per lei ho ideato un dolce a base di cioccolato perché le piante di cioccolato con l'aumento della temperatura rischiano l'estinzione, e un piatto di baccalà. Per Massimo Vallati, fondatore del calcio sociale del Corviale, ho pensato alle animelle, che un tempo venivano scartate e adesso gli chef trasformano in piatti prelibati». Tra gli altri ospiti,  Claudia De Lillo, scrittrice e giornalista, Tommy Kuti, rapper di origine nigeriana impegnato nella lotta al razzismo, Imma Carpinello fondatrice del progetto "Le Lazzarelle", una cooperativa di detenute nel carcere di Pozzuoli che produce caffè, Lorenzo Leonetti, un cuoco romano che tiene corsi gratuiti di cucina per ragazzi delle periferie più disagiate.

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«L'idea del programma mi è venuta un anno fa, in ospedale. Ero ricoverata, avevo subito un intervento. Sapevo che non sarei potuta rientrare presto in cucina e così ho pensato a qualcos'altro». La scoperta della cucina da piccola, «eravamo una grande famiglia, noi donne facevamo i turni per cucinare. E quando da bambina venivo derisa perché ero troppo magra mi rifugiavo in cucina». In Italia Victoire era venuta con l'idea di proseguire gli studi in Giurisprudenza, poi ha scelto un'altra strada: la scuola alberghiera a Feltre (in provincia di Belluno) e i corsi di alta cucina a Milano. I primi lavori, durissimi. «Tornavo la sera sempre molto tardi, più volte sono stata aggredita per strada. Ho subito stupri in Congo e anche in Italia. Tanto è una nera, con chi vuoi che vada a lamentarsi:  il pensiero era questo. Ma ero sopravvissuta a ben altro, dopo che vedi la morte in faccia come l'ho vista io nel mio paese niente può farti più paura». In cucina Victoire raccoglie i primi successi, diventa la chef di un prestigioso hotel di Cortina d’Ampezzo e in Piemonte, seconda classificata a un talent show, Top chef Italia, tanti premi, le lezioni, un progetto audiovisivo sul web dal titolo “make taste and change” e adesso l'avventura in tv. «É stato tutto molto difficile, ma devo dire grazie a quell'Italia che mi ha permesso di essere arrivata fin qui». 

Qualche mese fa Victoire ha perso una bambina, si è sentita male in cucina. «Avrei dovuto fermarmi ma non potevo. Una chef che resta incinta o pensa di mettere su famiglia diventa una mela marcia, un pomodoro secco da buttare.  Se aspetti un bambino ti buttano fuori dalla squadra, diventi una difficoltà. Chi ambisce a diventare una chef quotata deve rinunciare a una parte della sua vita. Questa è una violenza, non minore di quella di uno stupro».

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