Castelluccio di Norcia, a tre anni dal sisma riapre la locanda di Mariella: «Per rinascere abbiamo bisogno di turisti tutto l’anno»

Mariella Salvatori, titolare della locanda dei senari a Castelluccio di Norcia riaperta a tre anni da terremoto
di Rosalba Emiliozzi
3 Minuti di Lettura
Giovedì 11 Luglio 2019, 12:21 - Ultimo aggiornamento: 20:04

I cambiamenti climatici hanno raggiunto anche Castelluccio di Norcia. Quest'anno la fioritura è durata quattro giorni, prima è esploso il colore giallo ma il resto, la meraviglia che fa della Piana un acquerello, non è fiorito perché da venti giorni non piove e la siccità ha bruciato tutto.

A Castelluccio vive a lavora Mariella Salvatori, 55 anni, titolare dell'agriturimo Locanca dei Senari, riaperto da tre mesi dopo la devastazione del terremoto. Il sisma di tre anni fa anche qui ha colpito duro. Giù la parte del ristorante, la casa, il fienile, la stalla dove c'erano quaranta mucche. «E' stato un disastro - racconta Mariella - ci siamo dovuti rimboccare le maniche e andare avanti. Abbiamo usato una vecchia casetta di legno che avevano dal sisma del ‘97 e due roulette che ci sono state donate. Anche i miei anziani genitori Ugo e Sulema sono rimasti senza casa, papà nel frattempo è morto. Se è stata colpa del terremoto ? Non so, ma vedere distrutto il lavoro di una vita lo aveva provato». Se ne è andato il 28 novembre del 2016, a tre mesi dalla prima devastante scossa del 24 agosto.

«Per la nostra attività ci è stata proposta la delocalizzazione al centro Deltaplano, ma abbia deciso di rimanare. Il nostro cuore è qui, a Castelluccio. E' stata dura, ma ce l'abbiamo fatta, ad aprile siamo riusciti a riaprire la locanda». E il weekend trascorso è stato come se il terremoto non fosse mai arrivato, le Piane di Castelluccio erano invase di turisti, di camper (se ne contavano almeno 200), di vita.

Il terremoto, però, è tutt'intorno, si vede dalle case diroccate, dalla ricostruzione al rilento. Ma si vede anche la solidarietà. E Mariella in questi tre anni lunghi ha toccato con mano la vicinanza dei suoi clienti che hanno acquistato tutta la sua lenticchia, che produce con i due figli Francesca e Manuel, quando c'era da svuotare il magazzino lesionato dal sisma. E ha anche capito che doveva farcela da sola perché il suo tipo di attività a conduzione familiare non dà diritto a disoccupazione o cassa integrazione per i suoi figli, che sono coadiuvanti familiari. E così, dopo permessi, progetto e lavori, la locanda quest'anno ha ripreso a lavorare e con essa anche le cinque camere annesse.

«Vorremmo allargarci, avere qualche letto in più, parliamo di quattro camere per consentire una maggiore ospitalità, sarebbe anche un servizio per il territorio a vantaggio del turismo complessivo che sta ripartendo, vorremmo anche poter far mangiare al chiuso tutti i nostri clienti quando fuori c'è troppo vento o il tempo non lo consente, ma purtoppo permessi non ne danno». Castelluccio di Norcia è dentro il Parco dei Monti Sibillini, dove i vincoli paesaggistici sono strettissimi anche per chi ha voglia di fare rispettanto l'ambiente e la natura. E spesso, va detto, chi vive e lavora nel parco è la prima sentinella del territorio.

Il futuro? «Abbiamo bisogno di turisti e viaggiatori tutto l’anno, ben vengano i camminatori, iniziative come la Marcia delle Terre Mutate, ma servono anche servizi come un’area parcheggio e i bagni pubblici». Piccole cose che darebbe maggiore traino al turismo ambientale e naturalistico che sui Sibillini ha siti e percorsi meravigliosi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA