Pranzo di Natale tra i detenuti: «Troppe donne in carcere a causa di un uomo»

Al centro Marcella Reni, tra Arianna Ciampoli e, a destra, la chef Marianna Vitale Pranzo di Natale tra i detenuti «Le donne in carcere a causa di un uomo»
di Rosalba Emiliozzi
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Martedì 17 Dicembre 2019, 17:51

«Le donne solitamente non sono in carcere perché sono delle criminali, spesso dietro il reati commessi c’è un uomo. Sono finite dentro per difendere un uomo o per difendersi da un uomo, o ancora per difendere i figli da un uomo. Altre volte sono in galera per coprire un uomo, si accollano reati che non hanno commesso, lo fanno per amore o solo per una debolezza culturale, una sorta di sudditanza psicologica che resiste ancora quando si proviene da famiglie che non hanno saputo o voluto fare crescere la donna sotto il profilo culturale e sociale, quando mancano un titolo di studio e un lavoro che danno autonomia». Cioè quando l’uomo è tutto e in quel tutto c’è anche la condivisione di un futuro, qualunque esso sia.


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A parlare è Marcella Reni, 60 anni, notaio calabrese e al vertice dell’Ordine dei notai di Palmi, ma soprattutto è presidente da 10 anni dell’associazione Prison Fellowship Italia onlus e organizza il pranzo di Natale tra i detenuti e le detenute in 12 carceri italiane. «Abbiamo iniziato con Rebibbia femminile e con gli anni il progetto è cresciuto. E’ una speranza per chi vive nelle carceri. Ho conosciuto gli ultimi, i peggiori - racconta Reni - e ho sempre ricercato la dignità, dalle loro esperienze mi sono resa conto che il male non si vince con il male ma con il bene, solo il bene porta un cambiamento». E questo è visibile nelle donne detenute che spesso, come succede a Rebibbia, hanno i figli accanto. «Quando le si aiuta, si percepisce il cambiamento - aggiunge Reni - e un aiuto può venire anche in carcere, con il “Pranzo d’amore” ma anche con un corso di cucina che insegna loro un mestiere che può diventare un lavoro».

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Perché la “filiera” dell’iniziativa “L’Altra cucina ... per un Pranzo d’amore” in dodici carceri italiane è lunghissima e mette in campo la solidarietà di grandi chef stellati, 12 per l’appunto, uno per ogni carcere che domani (mercoledì 18 dicembre) per una giornata lasciano le loro cucine e preparano i piatti per i detenuti e le detenute di Rebibbia femminile (Roma), Milano Opera, Le Vallette di Torino, Pagliarelli di Palermo e le carceri di Massa Carrara, Salerno, Siracusa, Trani, Aversa, Eboli, Castelfranco Emilia e Ivrea. Per un giorno la prigione è il passato. Vere tavole di Natale, apparecchiate con addobbi e il senso di famiglia, vengono allestite nelle sale teatro del carcere o lungo i corridoi dove i duemila detenuti e detenute, coinvolti nel progetto, di solito mangiano. Seicento i volontari serviranno il pranzo, tra loro anche personaggi famosi e vip come l’attrice Maria Grazia Cucinotta, la cantante Teresa De Sio e la chef Marianna Vitale presenti in conferenza stampa.

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«A Rebibbia femminile domani ci sarà lo chef Francesco Apreda e per i bambini sono previsti spettacoli e giocolieri fin dalla 10,30 del mattino - aggiunge Reni - a Opera al pranzo di Natale verranno le famiglie dei detenuti e a servire saranno le vittime di reato coinvolte attraverso il progetto Sicomoro. A Torino e Ivrea a servire a tavola saranno gli agenti di polizia penitenziaria perché spesso si intrecciano anche rapporti di amicizia». 
L'iniziativa è promossa da Prison Fellowship Italia Onlus, Rinnovamento nello Spirito e Fondazione Alleanza Onlus del RnS. 

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