Alta Corte in Pakistan si pronuncia sulla piccola Huma: lecito rapirla, violarla e sposarla se ha già avuto il ciclo

Alta Corte in Pakistan si pronuncia sulla piccola Huma: lecito rapirla, violarla e sposarla se ha già avuto il ciclo
di Franca Giansoldati
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Lunedì 3 Febbraio 2020, 11:04 - Ultimo aggiornamento: 21:06

Una sentenza raccapricciante: l'Alta Corte in Pakistan si è pronunciata sul caso di una ragazzina (cristiana) rapita da un uomo musulmano per farla diventare sua moglie. La famiglia della giovane, 14 anni appena compiuti, è ricorsa all'aiuto di una Ong internazionale cristiana (Aiuto alla Chiesa che Soffre) per difendere i diritti dalla piccola. Ma i giudici hanno stabilito che il matrimonio tra la ragazzina cristiana e il suo rapitore Abdul Jabbar - musulmano - resta comunque valido perché secondo la sharia, la legge islamica, una volta che una bambina ha avuto il primo ciclo mestruale a qualsiasi età può contrarre matrimonio.

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Nessun valore è stato dato dunque al Child marriage restraint act, la legge che vieta i matrimoni con minori entrata in vigore nel 2014 in Sindh e finora mai applicata. In pratica la Sharia ha prevalso come fonte normativa. «Speravamo che la norma potesse essere applicata per la prima volta in questo caso – afferma l’avvocatessa Tabassum Yousaf – ma evidentemente in Pakistan queste leggi vengono formulate e approvate soltanto per accreditare il Paese agli occhi della comunità internazionale, chiedere fondi per lo sviluppo e commerciare gratuitamente i prodotti pachistani nel mercato europeo».

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Vi erano molte aspettative da parte dei genitori della quattordicenne cattolica rapita il 10 ottobre scorso e della comunità cristiana in generale. Huma avrebbe dovuto presentarsi in aula, come richiesto dai giudici durante la precedente udienza del 16 gennaio al poliziotto incaricato delle indagini Akhtar Hussain. Interrogato sull’assenza della ragazza, stamattina l’agente si è limitato a dire che la giovane era stata convocata. Sin dall’inizio della vicenda Hussain ha mantenuto un atteggiamento ambiguo destando forti sospetti di una sua complicità con il rapitore Jabbar.

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Nonostante ciò, proprio al poliziotto è stato dato mandato dai giudici di far effettuare una visita medica per attestare l’età di Huma, come richiesto ancora una volta stamattina dalla Yousaf. «È chiaro che essendo Hussain l’incaricato – afferma l’avvocatessa – vi è un’alta probabilità che i risultati del test vengano contraffatti. Ma la nostra speranza è di riuscire comunque a provare la minore età della ragazza così da farla almeno affidare ad un centro, allontanandola così dal suo aguzzino».

La prossima udienza è fissata per il 4 marzo, purtroppo però anche qualora fosse attestato che Huma è minorenne, la decisione dei giudici di ritenere il matrimonio valido, annulla qualsiasi possibilità che Jabbar venga punito per i reati di rapimento e matrimonio forzato.

 

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