Anoressia, come curare quelle bambine che vogliono sparire

Anoressia, come curare quelle bambine che vogliono sparire
di Vanna Ugolini
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Martedì 24 Settembre 2019, 09:14 - Ultimo aggiornamento: 09:17

Arrivano che non hanno dieci anni, accompagnate da genitori spaventati. Magre, magrissime. Bambine quasi impalpabili che hanno voluto giocare a un gioco più grande di loro: quello di controllare la propria vita attraverso il controllo del loro corpo. Quello di urlare il proprio dolore silnziosamente, attraverso la privazione del cibo, la sfida di riuscire a perdere peso,  ad arrivare “a vedere le ossa”, come consigliano i siti che invitano le ragazze a perdere peso. 

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Parliamo di anoressia ma anche di tutta quella declinazione dei disturbi alimentare che mettono in gioco il rapporto corpo-cibo-mente e che portano allo stesso punto: controllare la propria vita attraverso il controllo dell'alimentazione, di cui sempre un maggior numero di donne si ammala. Quindi parliamo anche di bulimia, che è l'alternanza di abbuffate alimentari a periodi di forti restrizioni, a cui si aggiunge, a volte, anche la punizione per aver mangiato troppo, il vomitare in maniera forzata. Parliamo di ortoressia, che è la ricerca ossessiva di cibi sani. Parliamo di quella che è stata classificata come una delle ultime tendenze, il disturbo selettivo dell'alimentazione, per cui le persone selezionano dei cibi e mangiano solo quelli, ad esempio yogurt e mele; oppure cibi dello stesso colore e così via.

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«Un fenomeno in grandissima crescita, che colpisce in Italia tre milioni di persone, nel 90 per cento donne, sempre più giovani con una polarizzazione dell'età: al centro di Todi abbiamo in cura bambine di 9, 10 anni ma si rivolgono a noi anche persone molto adulte, di 60 anni». A parlare è la dottoressa Laura Dalla Ragione, direttore della Rete dei servizi di Todi, Città della Pieve, Umbertide in Umbria, responsabile del primo centro pubblico in Italia di cura dell'anoressia con la possibilità anche di residenzialità. (Per vedere dove sono in Italia si può controllare il sito del ministero della Sanità www.disturbialimentarionline.it Numero verde 800180969)

«Il filo conduttore comune di questa mallatia e delle varie forme in cui si manifesta è il controllo del peso: controllando le forme corporee sembra ci sia la possibilità di controllare anche le emozioni, c'è il tentativo di controllare un dolore interno forte. Nel 90 per cento sono colpite le ragazze, ora addirittura le bambine e nel dieci per cento dei casi i ragazzi - spiega Dalla Ragione - Ovviamente il mondo femminile è più esposto per ragioni culturali, esposto continuamente a un "dover essere" ormai anche in età tardiva, tanto che registriamo anche donne adulte, fino a 60 anni, che si ammalano».

A far ammalare il corpo, però, non sono fattori esterni «quelli spiegano piuttosto la velocità della diffusione. In realtà c'è sempre un'origine traumatica dietro questi disturbi. Sono forme di depressione che si manifestano con le caratteristiche del tempo che stiamo vivendo. In alcuni casi, all'origine ci sono violenze sessuali subite».

Una malattia che è un vero e proprio dramma: «I disturbi del comportamento alimentare sono la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali nelle ragazze tra i 14 e i 22 anni. Si muore sia per le complicanze fisiche sia per i suicidi. Chi si ammala di anoressia corre sei volte in più il rischio di suicidarsi rispetto alle coetanee sane».

«Quello che si può dire è che comunque dai disturbi del comportamento alimentare si può guarire. E' difficile fare prevenzione perchè le cause sono multifattoriali ma prima si interviene e più alte sono le possibilità di guarigione. Possiamo che se si interviene entro il primo o i primi due anni dall'insorgere della malattia, le probabilità di guarire sono alte, intorno al 90 per cento. Viviamo una situazione in Italia del tutto contraddittoria: abbiamo i bambini con il più alto rischio di obesità in Europa, siamo il primo paese per obesità infantile e poi abbiamo anche tante giovani che si ammalano di anoressia».

Come capire quando si oltrepassa il confine? Quando la ricerca di un regime alimentare sano ed equilibrato diventa un'ossessione?
«Non è facile - spiega Dalla Ragione - teniamo presente che il 70 per cento delle ragazze tra i 16 e i 22 anni ha fatto, almeno una volta, una dieta. Per un genitore non è facile capire quando questa dieta cambia e diventa un controllo ossessivo. Va detto che uno degli indicatori più importanti è il cambio di carattere. Chi entra nella malattia è introverso, cupo, perde la freschezza e l'allegria tipiche dell'età. Poi ci sono comportamenti ossessivi come il guardarsi sempre allo specchio. Anche l'esclusione di alcuni cibi deve far sospettare il genitore»
Una malattia molto difficile da gestire, tanto che «l'organizzazione mondiale della sanità prevede che, in tutto il mondo occidentale, nei prossimi cinque anni, la diffusione sia in crescita».
 

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