Il vestito da sposa ha un giorno di vita. Il tempo del sì, della festa, dei brindisi e poi va a morire in un armadio. Uno spreco di soldi e di bellezza. Si ricicla ormai tutto, perché non provarci anche con i matrimoni anziché “rottamarli”. Veronica Bello, fashion stylist romana di 26 anni, moltiplica quel giorno di felicità e trasforma gli abiti bianchi in speranza per altre donne che la felicità l'hanno dimenticata: vittime di violenza in casa o di tratta, immigrate, ex detenute. Ha ideato e fondato “Sowed” che sta per social wedding, una onlus che raccoglie vestiti e accessori donati dagli sposi da proporre ad altre coppie, il ricavato viene investito in progetti a sostegno di ragazze e donne in difficoltà.
Il wedding
L'idea le è venuta a Londra, dove è andata a lavorare subito dopo la laurea. «Amo la moda, sin da piccola sapevo che avrei lavorato in questo ambito. Nel 2014 mi sono laureata all'Accademia del lusso a Roma e mi sono trasferita a Londra. Lì ho cominciato a lavorare come stylits e nei charity shop, negozi che raccolgono abiti e accessori per sostenere progetti di beneficenza. Ho capito che volevo dedicarmi a questo: unire la passione per la moda al sociale». Tornata in Italia Veronica, madre di una bimba di due anni Dafne, ha pensato al wedding. «Privati, negozi, atelier e designer ci regalano i vestiti delle nozze usati o nuovi. Li raccogliamo e li archiviamo dandogli un prezzo minimo di donazione che varia in base alla data, al tessuto e alle caratteristiche degli abiti. Ne abbiamo ricevuti tantissimi, abiti da donna e da uomo, accessori, scarpe, veli, borse».
I biglietti
«C'è chi ci lascia anche biglietti o lettere: voglio condividere quel momento di felicità, mi auguro che questo abito sia un portafortuna, spero che altre donne vivano un giorno fantastico come è stato il mio. Ho scelto di strutturare il progetto legandolo al wedding anche perché dietro l'abito da sposa si cela molto di più. Rappresenta un sogno e quale migliore occasione per pensare al prossimo di un giorno in cui si è innamorati e felici. Credo fortemente nel potere delle donne che devono essere trattate con rispetto ogni giorno e non solo nel giorno del proprio matrimonio. Siamo il motore del mondo e meritiamo il meglio, noi di Sowed stiamo cercando di aiutare chi è stata meno fortunata ad avere una seconda possibilità ripartendo da se stessa».
I corsi
A dieci ragazze è stata offerta l'occasione di diventare truccatrice grazie a un corso di formazione. Adesso Sowed sta organizzando un contest per designer. «Abbiamo chiesto loro di creare pochette da viaggio, il vincitore avrà una fornitura di tessuti e il suo modello sarà realizzato dalla sartoria del carcere di San Vittore, cooperativa Alice. La collezione sarà creata con tessuti ecosostenibili, naturali e made in Italy al cento per cento. Con il ricavato della vendita delle pochette sosterremo altri progetti di formazione professionale per donne segnalate dalle case famiglia o dalle associazioni».
L'ambiente
Aiutare le donne e anche l'ambiente. «Buttiamo via troppi vestiti, i tessuti sono la seconda causa di inquinamento del pianeta. Il nostro è anche un progetto di sostenibilità ambientale. Evitiamo che abiti così costosi finiscano dopo anni e anni di armadio tra i rifiuti. E il nostro atelier può fare felici coppie che magari non avrebbero abbastanza soldi per permettersi vestiti di valore». Anche l'abito da sposa può dire sì più di una volta.
Veronica Bello, fashion stilyst: «Con gli abiti da sposa riciclati offro una speranza alle donne vittime di violenza»
di Maria Lombardi
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Giovedì 25 Luglio 2019, 11:05 - Ultimo aggiornamento: 26 Luglio, 10:19
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