Veronica Bello, fashion stilyst: «Con gli abiti da sposa riciclati offro una speranza alle donne vittime di violenza»

Veronica Bello
di Maria Lombardi
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Giovedì 25 Luglio 2019, 11:05 - Ultimo aggiornamento: 26 Luglio, 10:19

Il vestito da sposa ha un giorno di vita. Il tempo del sì, della festa, dei brindisi e poi va a morire in un armadio. Uno spreco di soldi e di bellezza. Si ricicla ormai tutto, perché non provarci anche con i matrimoni anziché rottamarli. Veronica Bello, fashion stylist romana di 26 anni, moltiplica quel giorno di felicità e trasforma gli abiti bianchi in speranza per altre donne che la felicità l'hanno dimenticata: vittime di violenza in casa o di tratta, immigrate, ex detenute. Ha ideato e fondato “Sowed” che sta per social wedding, una onlus che raccoglie vestiti e accessori donati dagli sposi da proporre ad altre coppie, il ricavato viene investito in progetti a sostegno di ragazze e donne in difficoltà.
Il wedding
L'idea le è venuta a Londra, dove è andata a lavorare subito dopo la laurea. «Amo la moda, sin da piccola sapevo che avrei lavorato in questo ambito. Nel 2014 mi sono laureata all'Accademia del lusso a Roma e mi sono trasferita a Londra. Lì  ho cominciato a lavorare come stylits e nei charity shop, negozi che raccolgono abiti e accessori per sostenere progetti di beneficenza. Ho capito che volevo dedicarmi a questo: unire la passione per la moda al sociale». Tornata in Italia Veronica, madre di una bimba di due anni Dafne, ha pensato al wedding. «Privati, negozi, atelier e designer ci regalano i vestiti delle nozze usati o nuovi. Li raccogliamo e li archiviamo dandogli un prezzo minimo di donazione che varia in base alla data, al tessuto e alle caratteristiche degli abiti. Ne abbiamo ricevuti tantissimi, abiti da donna e da uomo, accessori, scarpe, veli, borse».
I biglietti
«C'è chi ci lascia anche biglietti o lettere: voglio condividere quel momento di felicità, mi auguro che questo abito sia un portafortuna, spero che altre donne vivano un giorno fantastico come è stato il mio.  Ho scelto di strutturare il progetto legandolo al wedding anche perché dietro l'abito da sposa si cela molto di più. Rappresenta un sogno e quale migliore occasione per pensare al prossimo di un giorno in cui si è innamorati e felici. Credo fortemente nel potere delle donne che devono essere trattate con rispetto ogni giorno e non solo nel giorno del proprio matrimonio. Siamo il motore del mondo e meritiamo il meglio, noi di Sowed stiamo cercando di aiutare chi è stata meno fortunata ad avere una seconda possibilità ripartendo da se stessa».
I corsi
A dieci ragazze è stata offerta l'occasione di diventare truccatrice grazie a un corso di formazione. Adesso Sowed sta organizzando un contest per designer. «Abbiamo chiesto loro di creare pochette da viaggio, il vincitore avrà una fornitura di tessuti e il suo modello sarà realizzato dalla sartoria del carcere di San Vittore,  cooperativa Alice. La collezione sarà creata con tessuti ecosostenibili, naturali e made in Italy al cento per cento. Con il ricavato della vendita delle pochette sosterremo altri progetti di formazione professionale per donne segnalate dalle case famiglia o dalle associazioni».
L'ambiente
Aiutare le donne e anche l'ambiente. «Buttiamo via troppi vestiti, i tessuti sono la seconda causa di inquinamento del pianeta. Il nostro è anche un progetto di sostenibilità ambientale. Evitiamo che abiti così costosi finiscano dopo anni e anni di armadio tra i rifiuti. E il nostro atelier può fare felici coppie che magari non avrebbero abbastanza soldi per permettersi vestiti di valore». Anche l'abito da sposa può dire sì più di una volta.

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