Giovani, donne e stranieri: le categorie più discriminate in Italia, almeno secondo il rapporto “Education at a glance” che l’Ocse pubblica ogni anno. Se altrove vale la regola più studi e più guadagni, nel nostro paese vale meno che negli altri. E se si stratta di donne e stranieri non vale proprio. Si calcola che i giovani stranieri tra i 25 e i 34 anni non istruiti guadagnano meno del 12% dei loro coetanei italiani, mentre quelli con un’istruzione secondaria guadagnano il 30% in meno. E i laureati il 44% in meno. Non stupisce, pertanto, che solo il 5% degli studenti universitari sia straniero, contro il 6% di media dei Paesi Ocse e il 9% dell’Europa a 23. O che tra il 2012 e il 2016 la percentuale di studenti stranieri in Italia è cresciuta del 12%, mentre quella degli studenti italiani all’estero del 36%.
Poche donne studiano informatica
Tante donne laureate, ma ancora poche in ingegneria. Nell’ambito delle scienze le donne sono soprattutto concentrate nei campi della biologia, della matematica e della statistica, mentre sono in numero molto ridotto nei campi dell’informatica e della fisica. Scelgono soprattutto le scienze della formazione (83,5%), i campi umanistici e artistici (75,8%) e quelli della salute e del welfare (64,6%). Si tratta di caratteristiche comuni ad altri paesi mediterranei (Grecia e Spagna), mentre nei paesi del nord Europa, soprattutto nei paesi scandinavi, il campo dove le donne sono più numerose è la salute. Si parla in questo caso del fenomeno «della segregazione orizzontale di genere nell'istruzione terziaria» che ha poi conseguenze nel mondo del lavoro.
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