Generazione Neet, il 40 per cento delle ragazze non studia e non lavora

Una ragazza legge le offerte di lavoro
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Giovedì 13 Giugno 2019, 08:34 - Ultimo aggiornamento: 09:43
I Neet, gli under 29 che non studiano e non lavorano, in Italia sono 2,2 milioni. E vanno aumentando. Il record è delle donne: il 40 per cento delle giovani rientra in questa schiera di persone inattive. Dieci punti più del dato medio italiano, che già di suo è doppio rispetto al dato mondiale. E dire che si laureano più degli uomini, il 33% sul totale, contro il 20% degli uomini, è dottore. Eppure si sa, nonostante il titolo di studio lavorano meno e guadagnano meno.

Giovani, donne e stranieri: le categorie più discriminate in Italia, almeno secondo il rapporto “Education at a glance” che l’Ocse pubblica ogni anno. Se altrove vale la regola più studi e più guadagni, nel nostro paese vale meno che negli altri. E se si stratta di donne e stranieri non vale proprio. Si calcola che i giovani stranieri tra i 25 e i 34 anni non istruiti guadagnano meno del 12% dei loro coetanei italiani, mentre quelli con un’istruzione secondaria guadagnano il 30% in meno. E i laureati il 44% in meno. Non stupisce, pertanto, che solo il 5% degli studenti universitari sia straniero, contro il 6% di media dei Paesi Ocse e il 9% dell’Europa a 23. O che tra il 2012 e il 2016 la percentuale di studenti stranieri in Italia è cresciuta del 12%, mentre quella degli studenti italiani all’estero del 36%.

Poche donne studiano informatica 

Tante donne laureate, ma ancora poche in ingegneria.  Nell’ambito delle scienze le donne sono soprattutto concentrate nei campi della biologia, della matematica e della statistica, mentre sono in numero molto ridotto nei campi dell’informatica e della fisica. Scelgono soprattutto le scienze della formazione (83,5%), i campi umanistici e artistici (75,8%) e quelli della salute e del welfare (64,6%). Si tratta di caratteristiche comuni ad altri paesi mediterranei (Grecia e Spagna), mentre nei paesi del nord Europa, soprattutto nei paesi scandinavi, il campo dove le donne sono più numerose è la salute. Si parla in questo caso del fenomeno
«della segregazione orizzontale di genere nell'istruzione terziaria» che ha poi conseguenze nel mondo del lavoro. 
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