Le ragazze e l’inferno delle molestie social: le più colpite sono quelle attive nel femminismo o nei movimenti Lgbtq

Le ragazze e l’inferno delle molestie social
di Elena Marisol Brandolini
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Sabato 24 Ottobre 2020, 11:19 - Ultimo aggiornamento: 25 Ottobre, 09:05

Quasi il 60% delle bambine e adolescenti sarebbe stato vittima di molestie online, o atti di cyberbullismo. Il 24% di quelle che hanno subito questo tipo di violenza teme di essere aggredita fisicamente, oltre l’80% ha perso l’auto-stima o si trova in condizioni di stress mentale o emotivo, quasi un 20% ha problemi a scuola. Le molestie su internet interessano le bambine fin dagli 8 anni di età, ma quelle che con maggior frequenza le subiscono hanno tra i 14 e i 16 anni. Così si apprende da un’indagine recente della Ong Plan International, “(In)Sicure online. Esperienze di bambine, adolescenti e giovani sulle molestie online”, 2020.


LE REAZIONI
«Questi livelli di molestia stanno mettendo a tacere la voce delle ragazze nelle reti sociali», si legge nel prologo della ricerca. L’indagine è stata condotta in 22 paesi di tutto il mondo con interviste realizzate a oltre 14.000 bimbe e adolescenti di età tra i 15 e i 25 anni, che condividono storie di molestie su internet in ragione della loro identità sessuale e di genere, dell’appartenenza etnica, della condizione d’invalidità. Nel caso delle adolescenti, quelle più attive nel femminismo o nei movimenti Lgbtq, sono vittime di un attacco particolarmente aggressivo. 


EGUAGLIANZA DI GENERE
Le giovani donne sono il bersaglio preferito dei cyberbulli e la loro reazione e difesa dipendono dal grado di conoscenza che si ha del fenomeno, da quanto cioè siano in grado di riconoscerlo. 
«L’accesso a Internet e la sicurezza online sono un problema di diritti umani e un indicatore dell’eguaglianza di genere», recita l’introduzione della ricerca. Garantire l’accesso universale a Internet è una politica di riduzione della diseguaglianza di genere, ma non ci sono misure efficaci che proteggano le bambine e le giovani donne dalle molestie online. Secondo uno studio del 2015 della Commissione della Banda Larga (costituita nel 2010 dall’Unesco e dall’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni dell’Onu), «il 73% delle donne si è vista esposta o ha sperimentato qualche tipo di violenza online». Altri studi di organizzazioni internazionali presentano analoghe percentuali, dimostrando come sia prevalente il cyberbullismo nei confronti di donne e bambine.


GLI ABUSI
Nell’aprile scorso le persone utenti di Internet nel mondo erano oltre 4 miliardi e mezzo. Il 98% delle bambine e adolescenti oggetto della ricerca usa le reti sociali: WhatsApp (60%), Instagram (59%, soprattutto dalle adolescenti) e Facebook (53%, preferito dalle donne giovani). Di queste, il 74% pubblica sulle reti sociali con frequenza e il 64% commenta le pubblicazioni di altri utenti. Il 58% delle ragazzine intervistate riferisce di avere sofferto un qualche tipo di molestia sulle reti sociali: il 63% in Europa, il 60% in America del Sud, il 58% nella regione Asia-Pacifico, il 54% in Africa e il 52% nell’America del Nord. Le molestie vanno dalla minaccia di violenza fisica o sessuale a commenti razzisti e intimidatori.

 
L’abuso cibernetico si distingue in due categorie: quello rivolto alle bambine e adolescenti solo per il fatto di essere presenti nelle reti sociali e le attiviste che vengono attaccate per quello che dicono. Nel primo caso, le ragazzine ricevono commenti e immagini con contenuti sessuali, subiscono estorsioni per l’invio di loro foto e minacce di pubblicare loro contenuti senza autorizzazione. L’essere appartenente al collettivo Lgbtq+ è motivo di molestia (per il 42%), come l’essere una persona disabile (nel 14% dei casi), o l’identificarsi con una minoranza etnica (per il 37%). Il 47% delle intervistate denuncia di essere stato vittima di attacchi solo per le opinioni espresse.


I PROFILI
Per quanto riguarda il profilo del molestatore, nella percezione delle ragazzine (il 76%) si tratta di un uomo, con più frequenza un estraneo, di ideologia conservatrice; di differenti età, può trattarsi di un ragazzino come di una persona adulta. I risultati dell’indagine per la parte relativa alla Spagna rivelano, invece, come per la maggioranza delle ragazzine intervistate (un migliaio nel totale) il molestatore sia una persona conosciuta. E viene in mente l’ultima indagine del ministero delle Pari opportunità sulla violenza maschilista, da cui risulta che il 60% delle aggressioni sessuali al di fuori della coppia è agito da uomini conosciuti dalle loro vittime. Per lo più, le molestie online hanno ingenerato nelle bambine intervistate sentimenti di paura, imbarazzo e insicurezza, di malessere, ansia e depressione, di colpa, di vergogna, di vulnerabilità. Delle ragazzine abusate, il 19% usa meno quelle reti sociali che sono state il luogo della violenza, mentre il 12% addirittura non vi ricorre più. La maggior parte di loro sceglie di ignorare la persona che le sta molestando e di andare avanti comunque.
 

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