Minori, intesa tra pm e giudici di Milano per tutelare bambini e vittime di violenza

Minori, intesa tra pm e giudici di Milano per tutelare bambini e vittime di violenza
3 Minuti di Lettura
Giovedì 20 Febbraio 2020, 15:00 - Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 10:08

Tutelare i minori per consentire loro «una crescita serena» e le vittime delle violenze di genere in famiglia. È questo lo scopo che si propone il Documento di intesa per la realizzazione di buone pratiche nell'ambito del contrasto alla violenza domestica sottoscritto dai vertici degli uffici giudiziari milanesi, e cioè dal presidente del Tribunale Roberto Bichi, dal Presidente del Tribunale per i minorenni Maria Carla Gatto e dal Procuratore della Repubblica Francesco Greco e dal Procuratore della Repubblica per i minori Ciro Cascone.

Con mamma o papà? La guerra per l'affido: in aumento le donne a cui tolgono i figli

Il documento, che recepisce le indicazioni a livello nazionale e internazionale in materia di violenza domestica come il Codice Rosso e la Convenzione di Istanbul, si propone di fare in modo che ci sia una circolarità di informazioni tra i settori penale e civile per fare «emergere e conoscere - ha spiegato Roberto Bichi - le effettive violenze in ambito famigliare e per avere un quadro più completo della situazione». Quadro che servirà in particolare al giudice in sede di separazione o divorzio o al giudice minorile affinché vengano valorizzate in sede di decisione situazioni di eventuali violenze di genere e maltrattamenti commesse nei confronti dei figli non ancora 18enni. L' intesa che «coordina le comunicazioni», obbligatorie, «sia in relazione a reati di violenza di genere in abito domestico - ha proseguito Bichi - sia alla disciplina della vita famigliare o dei minori in ambito civile» servirà «per una corretta valutazione dei giudici che avranno così ha un quadro più esatto» anche per le pratiche di tutela dei minori.

Bimbo di 5 anni tolto alla madre, il papà lo trascura: ora è in coma per la febbre

Donna si dà fuoco a Mestre, i centri antiviolenza: «Madri non ascoltate dalle istituzioni»


Come si legge nel documento, «appare doveroso e necessario, al fine di perseguire una risposta giudiziaria maggiormente consapevole ed efficace nell'ambito delle situazioni inquadrabili in tutte le manifestazioni della violenza domestica e di predisporre le risposte più adeguate ai bisogni di una crescita serena dei minori, favorire una rapida e completa circolazione degli atti riguardanti le situazioni di pregiudizio in cui versano i minori a causa di violenza famigliare emergente dai procedimenti pendenti davanti al giudice minorile ovvero davanti al giudice ordinario». In sostanza i magistrati del settore penale e del settore civile, sia pm che giudici, avranno l'obbligo di trasmettere l'un l'altro le informazioni sui casi di maltrattamenti e violenze di genere in famiglia per tutelare, le donne e madri e in particolare i più piccoli che tante volte sono vittime soltanto per essere stati spettatori. E ciò in base al principio «dell'interesse superiore del bambino rispetto a quello della genitorialità condivisa». 

Il dramma delle mamme che rischiano di non vedere più i figli: l'ultimo caso a Mestre

© RIPRODUZIONE RISERVATA