#meToo nel ciclismo? Marta Bastianelli smentisce: «Nessuna ragazza si è mai lamentata»

#meToo nel ciclismo? Marta Bastianelli smentisce: «Nessuna ragazza si è mai lamentata»
di Francesca Monzone
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Giovedì 29 Agosto 2019, 14:31 - Ultimo aggiornamento: 31 Agosto, 19:05

Marta Bastianelli è sorpresa e anche delusa dal caso #meToo che ha colpito il ciclismo italiano. Cade dalle nuvole. «Non sapevo nulla e non mi sono mai accorta di nulla - ha dichiarato la campionessa italiana ed ex campionessa europea - ho appreso la notizia dai giornali. Posso dire che sono rimasta molto male di quanto è accaduto». Marta Bastianelli è un riferimento importante per il ciclismo azzurro. «Faccio parte della nazionale  da tanti anni e posso dire di non aver mai visto comportamenti equivoci da parte dei nostri tecnici, o altre persone che fanno parte della nazionale. Leggere quanto accaduto mi ha molto rattristato e per quel che mi riguarda, non ho sentito mai nessuna ragazza lamentarsi per comportamenti scorretti. Spero che queste notizie siano state male interpretate e che non siano vere, perché certi fatti, sicuramente non aiutano lo sport femminile».
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Marta Bastianelli, più volte capitano della spedizione azzurra e che rivedremo ai prossimi mondiali, ha spiegato che sia nei team che in nazionale, oggi molti ruoli sono ricoperti da uomini e che tutto questo viene visto come un qualcosa di normale. «I tecnici sono uomini e anche i massaggiatori, ma non ho mai visto o sentito qualcosa di strano. Con questo non voglio dire che i fatti di cui si sta parlando non siano accaduti, dico solo che io non ne ho mai sentito parlare. Se tutto questo fosse vero, allora spero che si facciano avanti anche altre ragazze, perché lo sport femminile e noi donne, dobbiamo essere rispettate come gli uomini».
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La Bastianelli, tende a fare una precisazione sul mondo dello sport, che sempre di più vede gli uomini vicini alle donne. «Se si parla di una relazione tra adulti consenzienti, penso che nessuno debba intromettersi. Abbiamo molti casi di corridori uomini che hanno relazioni con colleghe donne. Guardiamo per esempio  Elia Viviani con Elena Cecchini. Sono due professionisti che vestono insieme la maglia della nazionale. Il loro comportamento per noi deve essere un esempio, perché tra di loro non si ostacolano e rappresentano perfettamente il nostro Paese. Anche in altri sport ci sono atleti che hanno relazioni con allenatori o altri tecnici. Se questo non compromette il risultato della gara e la relazione non reca danni a nessuno, sinceramente non ci vedo nulla di male».
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Marta pensa anche alla pubblicità negativa per il movimento femminile, che sicuramente riceve meno fondi rispetto a quello maschile. «Mi dispiace leggere queste notizie. La stampa si interessa sempre a fatti come questi, ma quando noi donne vinciamo purtroppo non facciamo notizia. Se i media dedicassero più spazio allo sport femminile, allora ci sarebbero anche investimenti maggiori e in questo modo, non ci sarebbe bisogno di decaloghi per noi donne e avremmo veramente le stesse opportunità degli uomini». 
 

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