Maude "Lores" Bonney in volo dall'Australia all'Inghilterra da sola nel 1933, la pioniera celebrata nel doodle di Google

Maude "Lores" Bonney in volo dall'Australia all'Inghilterra da sola nel 1933, la pioniera celebrata nel doodle di Google
di Paolo Ricci Bitti
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Mercoledì 20 Novembre 2019, 14:33 - Ultimo aggiornamento: 1 Marzo, 10:22
La rotta diretta supera i 16mila chilometri, ma Maude "Lores" Bonney nel 1933 non era ai comandi di un jet, ma di un piccolo biplano con un motore da appena 100 cavalli e dovette percorrerne almeno 20mila per raggiungere l'aeroporto londinese di Croydon il 21 giugno dopo il decollo da Brisbane il 10 aprile. Restò per aria per 157 ore e fu costretta a una lunga sosta in Thailandia per far riparare (a Calcutta) il suo de Havilland DH.60 Moth battezzato "My Little Ship" con il quale si era cappottata su una spiaggia, perché la pista improvvisata per l'atterraggio era stata invasa da una mandria di bufali. Nessuna donna era mai riuscita a compiera questa trasvolata in solitaria in quel senso, mentre nel 1930 l'nglese Amy Johnson aveva volato da Londra a Darwin in 12 tappe. 

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Volare da soli in quel periodo, con aerei così leggeri e con un unico motore su lunghi tratti di oceano, senza radio, esposti a condizioni meteo spesso probitive, comportava rischi pesantissimi: un temporale, un'avaria, un errore di rotta significava quasi sempre la morte. Quattro anni dopo l'americana Amelia Earhart, ispirata dalle imprese di Maude Bonney e Amy Johnson, si schiantò su un'isola fra la Papua Nuova Guinea e l'isola di Howland durante un tentativo di giro del mondo accompagnata da un meccanico e con un aereo bimotore: i suoi resti sono stati identificati solo di recente risolvendo un mistero che ha appassionato tre generazioni. 



Maude "Lores" Bonney, celebrata oggi dal doodle di Google, era sudafricana di origine (il 20 novembre 1897, Pretoria), ma dopo un breve periodo a Londra si stabilì in Australia a Melbourne all'inizio del secolo scorso abbandonando ben presto una promettente carriera di pianista. Non aveva paura di affrontare un uragano, ma temeva di salire sul palcoscenico per esibirsi in un concerto. Snella, minuta, castana, aveva una resistenza incredibile alla fatica.

Ai comandi del suo "Gipsy" Moth, regalatole dal marito nel 1931, il giorno di Santo Stefano, volò da sola da Brisbane a Victoria superando 1600 chilometri, l'anno dopo compì il periplo dell'Australia in oltre 95 ore di volo.




Nel 1933 l'impresa che la consegna alla storia dell'aeronautica con il volo da Brisbane a Londra costellato da mille disavventure, ma sempre con Maude Bonnes in grado di uscirne indenne, sempre dimostrando sangue freddo, intuito e prodigioso senso di orientamento, oltre alla proverbiale resistenza alle terribili sollecitazioni di quelle tappe massacranti.

Quattro anni dopo un'altra impresa , questa volta ai comandi di monoplano ad ala bassa metallico Klemm Kl 32. monomotore da 160 cavalli (My little ship II) da Brisbane a Città del Capo (oltre 16mila chilometri).

Nel 1996 la morte in Australia a 96 anni, ormai cieca, celebrata in tutto l'ex impero britannico. 

 

 
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