Donne in cerca di una nuova normalità: la parola d'ordine è «condividere»

Donne in cerca di una nuova normalità: la parola d'ordine è «condividere»
di Maria Lombardi
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Venerdì 12 Giugno 2020, 10:11

Donne in cerca di una nuova normalità. Uscire dalla casa-tana dove ci si è rifugiati per sfuggire al Covid (con ufficio, amiche e parenti, tutti stretti nel pc)  e ristabilire i ritmi che non potranno essere quelli di prima, pur dovendo somigliarci un po'. Far ripartire quello che l'emergenza ha interrotto ma in modo diverso. Ricominciare, certo, ma non dal punto in cui si era. Una bella sfida, questa semi-rivoluzione. «Condivisione e delega», ecco i nuovi “comandamenti” a cui le donne dovrebbero attenersi per fare un balzo in avanti e non arretrare, come rischiano di fare spinte dalla crisi e dal carico di impegni che hanno sopportato in quarantena. «Dobbiamo capitalizzare l'esperienza maturata e capire come riportarla nella nuova normalità. Non perdere il vantaggio ma avere consapevolezza del bagaglio di esperienza accumulato in questi mesi e sfruttarlo», raccomanda Alessandra Giordano, direttore delivery di Intoo, società leader nei processi di transizione e sviluppo di carriera che con il servizio Moms@Work aiuta le neo-mamme nel rientro al lavoro.

Condividere, una parola. Il carico della casa e dei figli è pesato, nel lockdown, soprattutto sulle spalle delle madri, pressate e stressate da figli e smart-working. Ma questi mesi hanno mostrato che un nuovo modello si può inseguire nella gestione degli impegni familiari. 
«Questo periodo ci ha detto che condividere è possibile - sostiene Alessandra Giordano -  adesso bisogna fare un passo avanti e non indietro valorizzando l'esperienza che abbiamo vissuto. Il nuovo modello è la compartecipazione degli impegni familiari che richiede uno sforzo da parte di entrambi genitori. Le donne non devono dare nulla per scontato e per prime devono crederci». 

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«Faccio io», quante volte siamo noi a farci avanti: per fretta, per stanchezza, per evitare discussioni, per abitudine, perché non siamo sufficientemente allenate a delegare o accanto abbiamo chi di deleghe non vuole sentirne parlare. E invece forse è arrivato il momento di smettere di fare il doppio e anche di chiedere: bisogna esigere. Una fatica, vero, spesso anche una fatica inutile. Però. Il rischio è troppo grande, quello appunto di scivolare indietro. «Non diamo per scontato che sia la donna a restare in casa con i bambini, sacrificando il suo lavoro. Ci si può alternare, ad esempio. Alcune aziende hanno accolto le richieste di genitori che lavorano insieme di fare lo smartworking a giorni alterni, in modo che uno dei due possa seguire i figli. In questo momento bisogna chiedersi: quale può essere lo schema di organizzazione della nuova normalità? Sarebbe uno sbaglio tornare agli equilibri precedenti sapendo che non rispondono più alle esigenze attuali». 

E lo smart-working? Una soluzione o una fregatura? «Lo smart-working intelligente, che non è il lavoro forzato da casa a ritmi stressanti  5 giorni su 5, può offrire alle donne la possibilità di esprimere a pieno la professionalità e di organizzare meglio gli impegni familiari. Istintivamente siamo portate a fare un passo indietro da un punto di vista professionale e ad accettare ruoli ridimensionati per conciliare lavoro e famiglia». Quello che fanno tante mamme al rientro dalla maternità. «Noi le supportiamo, attraverso il coaching e con incontri individuali, nella nuova identità e le aiutiamo a mettere in campo competenze acquisite nella maternità.  Ma soprattutto le mettiamo in guardia dagli errori più comuni:  non delegare e giocare al ribasso per paura di non riuscire a tenere il ruolo che si aveva prima di diventare madri. Se il loro desiderio è quello di avere un impegno diverso, le aiutiamo a valorizzare le loro competenze. Il tema è la cura a due, la condivisione». É da qui che bisogna ripartire, è questa la nuova normalità. 

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