Malala, dopo il Nobel la laurea ad Oxford: «La crisi per il Covid? Ogni ostacolo è un'opportunità»

Malala, dopo il Nobel la laurea ad Oxford: «La crisi per il Covid? Ogni ostacolo è un'opportunità»
di Alessandra Spinelli
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Venerdì 19 Giugno 2020, 17:35

Sull’autobus, dove otto anni fa un sicario dei talebani l’ha ferita alla testa mentre tornava da scuola nella polverosa provincia della Swat Valley in Pakistan, ancora non sapeva se avrebbe mai realizzato il suo sogno. E invece il suo sogno è diventato realtà: il premio Nobel Malala Yousafzai, 22 anni, si è laureata all’università di Oxford in un corso triennale di Filosofia, politica ed economia. Una laurea al tempo del Covid, una laurea via pc.


 












Così alla cerimonia di laurea virtuale, trasmessa su Youtube, ha tenuto un breve discorso per tutti, laureandi e non. «Sei stato licenziato? Impara dall’esperienza. Ti hanno spezzato il cuore? Impara dall’esperienza. Una laurea in una crisi globale? È più di un’esperienza di apprendimento. È un’esperienza in crescita. Stai imparando la lezione più importante di tutte: ogni ostacolo è un’opportunità per imparare, crescere e cambiare». Collegata in diretta una platea davvero composita: da Michelle Obama all’amatissima Beyonce. E poi altre star dello spettacolo: Lady Gaga, Justin Timberlake, Alicia Keys, Shawn Mendes, Katy Perry e Tailor Swift.


Su Twitter si è lasciata andare mostrando le foto dei festeggiamenti con i parenti mentre taglia una torta e un altro scatto mentre sorride alla macchina fotografica, piena di coriandoli e sporca di panna: «È una gioia che è difficile esprimere. Il futuro? Non so. Per ora mi dedicherò a Netflix, alla lettura e al riposo».
Proprio come una ragazza di 22 anni: in questi anni di Oxford tante le foto che la ritraevano ai classici party tra studenti- ha raccontato tutto su British Vogue - anche se per la sua laurea sono arrivate sul suo profilo congratulazioni non proprio “normali” come quelle dello scrittore Philip Pullman e dell’astronauta Anne McClain.

Giovanissima attivista pasthun per il diritto all’educazione per le bambine e le ragazze in Pakistan all’inizio del 2009, quando aveva 11-12 anni, scrisse un blog con uno pseudonimo della BBC Urdu, raccontava in dettaglio la sua vita durante l’occupazione talebana della Swat Valley a Khyber Pakhtunkhwa. Un’occupazione che aveva ricacciato in casa le bambine e le donne. L’estate seguente, la giornalista Adam B. Ellick realizzò un documentario sulla sua vita per il New York Times sulla sua vita. La fama mediatica esplose tanto da diventare un nemico per il potente Mullah Fazlullah che il 9 ottobre del 2012 armò dei sicari per uccidere la giovane studentessa in quanto simbolo della lotta per l’istruzione proprio mentre tornava da scuola. Un proiettile colpì Malalaha alla testa, rimase incosciente e in condizioni critiche presso il Rawalpindi Institute of Cardiology. Ma quando le sue condizioni migliorarono fu trasferita al Queen Elizabeth Hospital di Birmingham, nel Regno Unito. E fu salvata. Divenne così un simbolo vivente. Nel 2013 ha scritto la sua storia in un libro divenuto bestseller in tutto il mondo “I Am Malala”. ternazionale.

Nel 2014 vinse il premio Nobel per la Pace insieme a Kailash Satyarthi dell’India. A 17 anni è stata la più giovane premiata. Secondo l’ex primo ministro pakistano Shahid Khaqan Abbasi, è «la più importante cittadina» del Pakistan.

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