Roma, al liceo sezione che discrimina le ragazze. La viceministra Ascani: «Preoccupante, la selezione sarà corretta»

Roma, al liceo Talete ragazze discriminate
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Sabato 6 Giugno 2020, 14:13 - Ultimo aggiornamento: 16:25

Ragazze discriminate nella classe dei più bravi: è l'accusa rivolta a un liceo romano.  Per entrare nella sezione matematica del Liceo scientifico Talete di Roma, al posto del precedente criterio basato sul merito, è stato introdotto dal Consiglio di Istituto, causa coronavirus e le tante domande arrivate, un metodo diverso, che riserva il 70% dei posti ai ragazzi, discriminando di fatto le ragazze. Nella sezione M, scrive Repubblica, entreranno così 17 maschi e 8 femmine, come riporta su una circolare per le famiglie «raccapricciante»


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Interviene la viceministra dell'Istruzione Anna Ascani«La scuola è e deve essere sempre il luogo delle pari opportunità. Da anni siamo al lavoro per garantire eguale accesso all'istruzione a ogni studente, al di là del proprio genere, del contesto territoriale di appartenenza, delle condizione economiche familiari. Per questo motivo la notizia relativa al Liceo Talete di Roma ha destato non poca preoccupazione. Abbiamo sentito l'Ufficio scolastico regionale e sappiamo che la scuola interverrà per correggere le modalità di selezione al percorso Matematico, prevedendo un metodo che non discrimini le studentesse».
«Siamo impegnati a rimuovere gli ostacoli al pieno e libero sviluppo di ogni giovane, così come stabilito dalla nostra Costituzione. Non possiamo permettere che bambine e ragazze vengano penalizzate. Dobbiamo garantire uguali diritti a tutti
», conclude la viceministra. 


La difesaA difesa della scuola scende invece in campo l'avvocato Caterina Flick, presidente dell'associazione Donne Giuriste Italia - Sezione di Roma (Adgi). Che spiega: «3 posti per le femmine e 10 per i maschi. Letto così sembrerebbe un criterio viziato da una palese disparità di genere, ma è proprio questo il punto: nessuno è andato a verificare che, in realtà, i posti riservati (3/10) corrispondevano alle percentuali delle richieste (30% richieste di femmine, 70% richieste di maschi). La circolare del 22 maggio oggetto di critiche prevedeva diversi criteri di valutazione, da ultimo il criterio residuale 'tra coloro che risulteranno a parità di punteggio, in base ai posti rimanenti, si procederà al sorteggio, in modo proporzionale alla percentuale di domande di alunni maschi e femmine (Maschi 70%, Femmine 30%)».

Le reazioni. «Si rimane esterrefatti davanti alla riproposizione di stereotipi di genere, contro i quali ci battiamo ogni giorno e a tutti i livelli. Se, poi, questo avviene in una scuola, si resta addirittura sconcertati. Nella mia qualità di presidente della IX Commissione Diritto allo studio e Pari opportunità della Regione Lazio, convocherò al più presto in audizione il dirigente scolastico dell'istituto Talete e l'Ufficio regionale scolastico per avere delucidazioni in merito a questa spiacevole sortita, che penalizza le studentesse», afferma Eleonora Mattia (Pd), presidente della IX Commissione Diritto allo studio e Pari opportunità del Consiglio Regionale del Lazio.


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«È proprio all'interno delle scuole, quale luogo privilegiato, che dobbiamo diffondere politiche di pari opportunità, senza annullare le differenze, ma evidenziando le peculiarità positive. L'infelice scelta sull'ammissione assunta dal vertice dell'Istituto è evidentemente frutto di una cultura sbagliata che condiziona il percorso di studi che i nostri ragazzi intraprendono, sfavorendo le opportunità professionali delle ragazze, ancora prima di provare ad accedervi
. Ancora una volta è necessario combattere e smantellare una cultura sbagliata, nella speranza che a dominare la vicenda siano buon senso e la consapevolezza comune che, nella scuola prima ancora che in altri luoghi, l'unico criterio di selezione da adottare può essere la meritocrazia e non certo un requisito di genere», conclude Mattia.

Anche  la presidente del I Munipio, Sabina Alfonsi, dove ha sede l'istituto, al centro di Roma, chiede chiarimenti, insieme ad alcune famiglie e a Flavia Ginevri, Consigliera di Parità della Città Metropolitana di Roma Capitale. «Mi preoccupa la poca attenzione alla promozione delle Stem per le ragazze, secondo le più recenti indicazioni nazionali ed europee», afferma Flavia Ginevri. «Ancora una volta le donne, le ragazze restano indietro. E questa volta - sostiene Alfonsi - è proprio la scuola che rischia di lasciarle a margine: di togliere opportunità, di farle partire già svantaggiate. La scuola, che invece è il cardine della parità, perchè dovrebbe permettere a tutte e tutti di imparare partendo dalle stesse possibilità di misurarsi, di mettere alla prova le proprie capacità e di eccellere. La scuola è di tutte e tutti, non può discriminare in base al genere: lo abbiamo sempre detto, il gender gap si supererà solo quando insegneremo ai nostri figli e alle nostre figlie a pensarsi non uguali, ma pari. La scuola è fondamentale in questo».

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