Sognando Rania, il romanzo di Lucia Pozzi che insegna a non avere paura dei cambiamenti

la regina Rania di Giordania
di Maria Latella
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Mercoledì 27 Maggio 2020, 08:33 - Ultimo aggiornamento: 5 Giugno, 12:20

Sara che ha un'età indefinita, abbastanza giovane da inventarsi un sogno per dare una svolta alla vita ma abbastanza adulta da gestire con prudenza anche i sogni. Roma narrata con pennello leggero, San Lorenzo, dove la protagonista vive, gli aperitivi zona quartiere Trieste, la vecchia libreria del centro che resiste all'indifferenza dei tempi nuovi. E poi Amman, il Medio Oriente che si intuisce molto amato, con la nostalgia di chi a quel posto è legato da più ragioni.

«Sognando Rania», il romanzo di Lucia Pozzi, redattore capo de Il Messaggero, ha più chiavi di lettura. La prima: è la storia di una donna che ha l'intelligenza di dare valore alle piccole grandi cose della sua vita, il rapporto col vecchio saggio libraio che le offre un lavoretto part time e anche la possibilità di stare tra i libri che ama, le amiche pronte a darle una mano, la bellezza di una città rumorosa, faticosa e irresistibile come Roma. Sara è sul punto di accontentarsi di una vita che non la fa contenta. Poi, un evento e un incontro occasionale (non raccontiamo troppo per non sottrarre al lettore il piacere della scoperta) cambiano la sua routine.



Trova un progetto da perseguire, e quale può essere il Progetto per una giornalista se non un'intervista difficile? La potenziale intervistata è donna, bella, giovane ed ha potere perché è pure regina.



«Sognando Rania», dove Rania è appunto la regina di Giordania, è però anche un'altra cosa: un esperimento. L'esperimento che Sara fa su se stessa: mi do un obiettivo e nel cercare di ottenerlo vediamo dove la vita mi porta. Oltre la storia, il romanzo si può leggere anche come un messaggio di ottimismo in questi tempi di assoluta incertezza. Andare oltre la comfort zone può mettere ansia ma pure farci scoprire cose di noi che non conoscevamo, un viaggio che alla fine ci renderà più sicuri. Anche l'attesa è per Sara una sfida con se stessa, l'attesa di un sì dalla direzione che dovrà autorizzarla a spendere il nome di una rivista importante per chiedere l'intervista alla casa reale di Giordania, l'attesa della partenza per Amman, l'attesa per l'incontro sempre rinviato con la direttrice della comunicazione della regina Rania. E poi altre, più brevi e intense attese, legate a un amore che proprio ad Amman riaccende la vita sentimentale della protagonista. La terza chiave è quella, appunto, della Giordania, esplorazione di mondi così diversi dalla Roma dei bar rumorosi del quartiere San Lorenzo e delle chiacchiere prevedibili con gente prevedibile all'ora dell'aperitivo. Amman, il mix internazionale di tutte le capitali mediorientali, un po' di volontari che ci credono e un po' di volontari che in realtà fanno anche le spie per il loro Paese.

Nel romanzo quel mondo è solo sfiorato, forse il lettore avrebbe avidamente letto anche di più, così come si tuffa nelle vite di Amal e delle altre figure di donne locali che di Sara diventano quasi amiche.

La capacità di reinventarsi, la capacità di reggere l'attesa, la curiosità di un mondo nuovo e anche l'intelligenza di chiedere all'amore solo quello che l'amore in quel momento può dare. Sono tutte cose che il lettore terrà con sé dopo aver letto d'un fiato Sognando Rania (Golem Edizioni).

Cosi come terrà con sé la frase finale del romanzo: «Ebbi chiara la percezione di quanto amassi profondamente quel cocktail improvvisato che era la mia vita. Sapevo a malapena da dove veniva, non avevo nessuna idea di dove sarebbe andata. Ma la forza del sogno me ne aveva indicato la direzione e, in parte, svelato il segreto». PS - Lucia Pozzi ha davvero intervistato Rania di Giordania per Il Messaggero.

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