Economista e mamma single, Alessandra Faggian: «Negli Usa guadagnavo il doppio, ma sono tornata»

Economista e mamma single, Alessandra Faggian: «Negli Usa guadagnavo il doppio, ma sono tornata»
di Rosalba Emiliozzi
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Domenica 16 Giugno 2019, 16:25 - Ultimo aggiornamento: 19:52

Economista e mamma single. La vita della docente Alessandra Faggian, 46 anni, si aggira su due emisferi: quello popolato da (quasi) soli uomini che l’hanno nominata pochi giorni fa vice presidente della Società Italiana degli Economisti; l’altro di madre separata pullula, invece, di tante donne che, come lei, affrontano da sole problemi di scuola, lavoro, orari, educazione dei figli.

La prof Alessandra Faggian, milanese di nascita, è nell’elenco delle cento esperte di economia in Italia dove da tre anni coordina un progetto al Gran Sasso Science Institute (Gssi), che l’ha affascinata a tal punto da lasciare gli Stati Uniti dove era ordinario alla Ohio State University e «dove prendevo il doppio» dice. Ha lasciato tutto, carriera e uno stipendio molto alto, per vivere all’Aquila, nel centro storico, vicino alle macerie del terremoto del 2009 e occuparsi di questa piccola grande realtà della formazione Italia, una mini Normale di Pisa, con 40 iscritti ogni anno e 1.500 domande che arrivano da ogni parte del mondo, Argentina, Cile, Usa. «Mi ha affascinato questa scuola dottoriale, io coordino l’area di scienze sociali, per 10 posti due anni fa ci furono 550 domande, per chi viveva all’estero facemmo i colloqui con Skype» dice Foggian, che è anche prorettrice della Gssi. Gli altri indirizzi sono Fisica, Matematica e Informatica, anche qui 10 posti per corso super richiesti. Di scuole dottorali internazionali ce ne sono solo sei in Italia e la professoressa Faggian nel 2016 non ci ha pensato su due volte e con suo figlio è tornata in Italia dopo 11 anni in Inghilterra e altri 7 negli Usa.

«In Italia mi dicevano: cosa torni a fare, qui è difficile. I colleghi negli Usa, invece, erano contenti per me: torni a casa tua, l’Italia è bellissima, commentavano. È questa l’immagine che in America hanno di noi». In Italia però non sono rose e fiori. La parità di genere in certi ambienti è osteggiata. «Spesso mi sono trovata ad eventi pubblici in cui ero l’unica donna e ho iniziato il mio intervento con una battuta: “sono io oggi la quota rosa”. Questa cosa nel 2019 non è più accettabile. Va creato spazio a molte più donne. E dobbiamo essere noi donne a darci una mano a farci spazio». E aggiunge: «La società italiana degli economisti - spiega - è una delle poche che ha implementato un protocollo per la parità dei generi. In altre associazioni non esistono e invece realizzare un protocollo del genere è importante almeno per riconoscere il problema».

Faggian sta cercando anche di “riportare” in Italia le tante donne - i famosi cervelli in fuga - andate all’estero per lavoro e mai più tornate anche perché qui sconterebbero la disomogeneità di trattamento tra uomo e donna: ruoli e salari più bassi, carriera azzoppata. Un Mind the Gap molto tangibile. «Se per alcune cose l’Italia è molto avanzata, per altre deve ancora fare passi avanti, mi riferisco all’assistenza alle famiglie con bambini. Su questo bisogna lavorare insieme. Perché, vede, io sono diventata ricercatore in Inghilterra a 29 anni e ordinario in Usa a 41 anni, ma in Italia la carriera universitaria è lunga, si diventa ricercatrice in media a 36 anni e si vuole fare giustamente un figlio, allora bisogna pensare anche ai servizi per i professori e le loro famiglie». Cioè creare nelle università un dopo scuola o un asilo nido. «Con il rettore del Gssi ci stiamo pensando seriamente - dice - Per me è un modo per attrarre sempre più giovani e fornire un sevizio che spesso è essenziale anche per tanti miei colleghi. La possibilità di avere un supporto è considerato essenziale da molti colleghi che arrivano dall’estero e non possono avere l’aiuto delle famiglie di origine». 

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