In Iraq la pandemia non ferma Hana, la biologa curda che dedica la sua vita al leopardo persiano

In Iraq la pandemia non ferma Hana, la biologa curda che dedica la sua vita al leopardo persiano
di Simona Verrazzo
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Domenica 3 Maggio 2020, 11:19

Non l'hanno fermata le guerre e neppure lo sarà la pandemia di Covid-19. Nel Kurdistan iracheno una donna, nonostante le avversità, non ha mai smesso la sua missione: salvare il leopardo persiano, farlo vivere nel suo territorio e impedirgli l'estinzione. 
Lei è Hana Raza, biologa, che in queste settimane dove l'emergenza Coronavirus è arrivata fin sulle montagne dove vive e lavora, ha sempre continuato l'osservazione e lo studio di questo splendido felino, che fino a pochi anni fa si ritenava scomparso. 

Ricercatrice di fama internazionale, Hana ha una storia molto particolare alle spalle, che fa capire il suo temperamento forte. I suoi genitori vivevano in uno dei principali campi di combattenti Peshmerga, sul monte Sargalw. Quando aveva soltanto quattro mesi, furono bombardati dalle armi chimiche con cui Saddam Hussein voleva cancellare la loro minoranza. In quell'occasione le montagne diedero a lei e alla sua famiglia un rifugio, diventando la loro casa. Lei si è sdebitata dedicando la sua vita all'ambiente naturale che l'ha protetta, impegnandosi affinché più iracheni, uomini e donne, diventassero consapevoli di quanto sia preziosa la loro natura.

Dopo la laurea a Sulaimaniyah, seconda città per importanza del Kurdistan iracheno, si è dedicata ai grandi mammiferi, con un'attenzione particolare per il leopardo persiano. E' a lei che si deve un fondametale studio su 'Commercio di animali e caccia in Iraq'. Nel 2017 le è stato assegnato il prestigioso premio Future For Nature. Il leopardo persiano, di cui si stima che ci siano soltanto 300 esemplari nel mondo, è il più grande predatore di questa zona di frontiera, negli anni difficile da raggiungere per via dei conflitti regionali.

Ora la pandemia, con i confini blindati, sta mettendo a dura prova lei e la sua squadra di ricercatori, che ogni mattina, prima dell'alba, partono per arrivare alle postazioni di osservazione. Finita l'emergenza sanitaria Hana riprenderà la sua battaglia, questa volta anche politica, per chiedere alle autorità locali e nazionali di trasformare queste montagne in riserva naturale, per proteggere la sua fauna e la sua flora, soprattutto dall'uomo.

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