“Fimmina tv”, la redazione al femminile: «In Calabria non vogliono donne in politica e noi ci ribelliamo»

La redazione di "FimminaTv"
di Maria Lombardi
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Lunedì 12 Agosto 2019, 12:16 - Ultimo aggiornamento: 13:03
«Siamo donne calabresi di carattere». Orgogliosamente “fimmine”. E fanno web tv nella Locride. Una rivoluzione, a partire dalle parole. «Di solito fimmina ha una connotazione dispregiativa, si intende una donna piagnucolosa. Per noi è un termine positivo, donna determinata e forte». Come quelle di "Fimmina Tv”, fondata nel 2012 da Raffaella Rinaldis a Roccella Ionica, provincia di Reggio Calabria. «La tv contro tutte le discriminazioni», ci lavorano in otto, solo donne.
Vent'anni di cronaca nera e giudiziaria, tante esperienze e redazioni, poi l'idea della tv al femminile. «Ma non faccamo solo notiziari, dirette e talk, nel nostro salotto diamo voce a tutte, dalla magistrata alla netturbina. Nella nostra redazione ospitiamo anche la “Casa delle donne”, organizziamo incontri e tavoli politici, ci impegniamo in battaglie civili, dalla questione della chiusura dei consultori all'applicazione della 194. Adesso stiamo portando avanti una battaglia sulla doppia preferenza di genere». La Calabria è una delle poche regioni, insieme al Piemonte, ad aver ignorato la legge 20 del 2016 che le obbligava a garantire l'equilibrio di genere. Nel consiglio regionale calabrese c'è una sola donna, Flora Sculco, eletta 5 anni fa con una lista civica. La sua proposta di legge sulla doppia preferenza di genere in scheda elettorale lo scorso aprile non è passata.
«In Calabria non vogliono le donne in politica», s'indigna la direttora. Il sud è roba da uomini. E allora la Casa delle donne di “Fimmina tv” ha trovato una soluzione. «Un “asso nella manica”. Abbiamo chiesto ai Comuni della Calabria di adottare un testo di legge sulla doppia preferenza, un'iniziativa popolare che viene dal basso per poi arrivare in consiglio regionale. Così, pian piano, sempre più comuni si sono presi carico della legge e l’hanno approvata nelle proprie assemblee. Tanti hanno già deliberato e tanti altri, nonostante non sia più necessario perchè la proposta venga accolta in Regione, stanno approvando. Si vuole dare un segnale forte». E chi meglio delle "fimmine" della tv.
 
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