Battaglia per la Fao, in pole la francese Geslain-Lanèelle (sarebbe la prima donna direttore generale)

Battaglia per la Fao, in pole la francese Geslain-Lanèelle (sarebbe la prima donna direttore generale)
di Franca Giansoldati
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Sabato 8 Giugno 2019, 08:46 - Ultimo aggiornamento: 15:38
Per a direzione generale della Fao, l'organizzazione della Nazioni Unite per l'agricoltura e l'alimentazione, con sede a Roma, si sta giocando una complicata partita diplomatica. In pole position per diventare il nuovo responsabile c'è una donna, una diplomatica francese molto apprezzata per la sua determinazione e preparazione. Se mai la Francia dovesse avere la meglio su questo ultimo passaggio che si concluderà il 23 giugno, sarebbe la prima donna a sedere sul seggio più alto della Fao. Si tratta di Catherine Geslain Lanéelle, il cui nome è spuntato in un memo riservato degli Stati Uniti, visto che la diplomatica non sarebbe sfavorevole a mantenere un asse proprio con la Casa Bianca.

Naturalmente questo comporterebbe per gli Usa, l'abbandono del sostegno alla candidatura di un altro sfidante, il georgiano David Kirvalize. Il memo riservato pubblicato dal quotidiano The Guardian fa riferimento agli altri sfidanti che stanno lavorando alacremente dietro le quinte per assicurarsi alleanze e voti necessari al Palazzo di Vetro. A dare filo da torcere alla candidata francese ci sono anche la Cina e l'India. A sentire gli esperti non sarà una battaglia semplice, anche perchè sul tavolo ci sono dossier che dividono da tempo immemorabile gli Stati, come l'uso del glifosato in agricoltura che l'Europa vorrebbe definitivamente mettere al bando per le sue implicazioni dirette su tumori e leucemie. L'Italia e la Gran Bregagna sembrano ben poco inclini a sostenere la Francia. Inomma, un rebus dal quale ancora non si sa cosa possa uscire. I passi più importanti (e gli accordi conseguenti) si faranno a ridosso dello scrutinio.

Proprio in questi giorni è uscito un memo dell'Oms dal quale risulta che ogni anno, circa una persona su 10 nel mondo (per un totale stimato di 600 milioni) si ammala e 420mila muoiono dopo aver mangiato cibo contaminato da batteri, virus, parassiti e sostanze chimiche. Lo ricordano l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e la Fao in occasione del primo World Food Safety Day. I bambini sotto i 5 anni sono quelli che sopportano il carico più pesante, visto che sono il 40% dei malati e ogni anno ne muoiono 125mila. Gli alimenti non sicuri rappresentano anche un ostacolo allo sviluppo dei Paesi a basso e medio reddito, che perdono circa 95 miliardi di dollari in produttività per malattie, disabilità e morti premature.

La Fao e l'Oms hanno elaborato una nuova guida in cinque punti per dimostrare come tutti siano coinvolti nel processo di garantire cibo sicuro: i governi devono assicurare cibo sicuro e nutriente per tutti; gli agricoltori e produttori di cibo devono adottare buone pratiche; gli operatori economici devono garantire che il cibo venga trasportato, conservato e preparato in modo sicuro; i consumatori devono avere informazioni tempestive, chiare e affidabili sui rischi nutrizionali e di malattie legate al cibo; i governi, le istituzioni economiche locali, le organizzazioni Onu, le agenzie di sviluppo, le organizzazioni commerciali, i gruppi di consumatori e produttori e le istituzioni di ricerca devono lavorare tutti insieme a questo scopo.
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