Equitazione, Gea Einaudi e la sua squadra di atleti paralimpici: «Così i cavalli regalano sogni»

Equitazione, Gea Einaudi e la sua squadra di atleti paralimpici: «Così i cavalli regalano sogni»
di Veronica Cursi
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Martedì 19 Novembre 2019, 12:53 - Ultimo aggiornamento: 20 Novembre, 08:47

Il suo amore per i cavalli non ha data. Gea Sepe Einaudi, classe 1980, ha imparato quasi prima a montare che a camminare e della sua infanzia trascorsa in Argentina, nella splendida cornice della pampas, ricorda le giornate vissute in sella a rincorrere sogni. Pronipote di Luigi Einaudi, secondo presidente della repubblica Italiana, la vita di Gea è legata all’equitazione a filo doppio: «Non solo perché i cavalli mi hanno cresciuta quando ero una bambina e formata come atleta. Ma anche perché mi hanno aiutato a sopravvivere in uno dei momenti più difficili della mia vita, quando nel 2006 persi una persona molto cara e conobbi il buco nero della depressione». E’ allora che Gea smette di fare gare, va in Brasile ed entra a contatto con una scuola di ippoterapia frequentata da bambini disagiati, cresciuti nelle favelas: «E’ molto difficile descrivere a chi non li ha mai vissuti il ruolo di questi grandi amici dell’uomo. Quello che può fare un cavallo è straordinario».

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Quella parentesi di vita assistenziale, anche attraverso la riabilitazione equestre, rappresentano per lei l’inizio di un cammino che la riporta in Italia. Con lei fa le valige anche Zizifo, un cavallo speciale che incontra proprio in Brasile e che diventerà la sua mascotte.
Nel 2016 nasce così “Worldsoul”, non solo una Onlus, ma un progetto sportivo senza barriere che ha come scopo quello di promuovere e sostenere il paradressage, creando intorno agli atleti paralimpici del suo team ogni genere di supporto nel campo tecnico, veterinario, medico e organizzativo per partecipare ai loro sogni e accompagnarli verso i loro obiettivi. Si tratta di uno sport molto costoso però e si fa fatica a trovare risorse e sponsor. Anche per questo nasce l’associazione onlus. «Abbiamo dato vita a questo progetto - spiega - spinti dal coraggio e dalla passione. Il nostro obiettivo è di far crescere il numero di atleti partecipanti, diventando un punto riferimento per il paradressage italiano e magari mondiale».

 

 


Worldsoul ha la sua sede a Pisa, al Terre Brune Equestrian Center, attualmente la squadra è composta da tre atleti: Sara Morganti, campionessa del mondo in carica,  Erica Barozzi e Federico Lunghi. Atleti che quotidianamante si trovano a dover affrontare la sfida più importante, come la sclerosi multipla o la sindrome di Apert. Ma il sogno di Gea è più ampio: «Mi piacerebbe creare una scuola, formare una squadra di pulcini dove poter crescere nuovi atleti. Vedere i loro sogni realizzati è la mia soddisfazione più grande». D’altronde un piccolo campione lei ce l'ha in casa: suo figlio Rodrigo è cresciuto tra i cavalli e convive con il mondo della disabilità da quando è nato. A 5 anni sta imparando la lezione più grande che per mamma Gea ormai è diventata un motto di vita: «La diversità non esiste. Nello sport non c’è disabilità, c’è solo abilità. E quando uno lotta per i suoi sogni, i sogni si avverano».

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