Le donne svizzere che vogliono scioperare contro le discriminazioni ora minacciate di licenziamento

Le donne svizzere che vogliono scioperare contro le discriminazioni ora minacciate di licenziamento
di Franca Giansoldati
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Lunedì 3 Giugno 2019, 16:56
In Svizzera, a ridosso dello sciopero femminile del 14 giugno che si terrà in tutta la confederazione elvetica, organizzato a livello nazionale per chiedere stipendi uguali tra donne e uomini e contro le discriminazioni, sta sollevando feroci polemiche l'iniziativa di una giovane manager (e politica) per avere minacciato le lavoratrici. La Ceo, Magdalena Martullo-Blocher – imprenditrice milionaria, figlia del magnate Christoph Blocher, già a capo del partito dell'estrema destra Udc, vicino all'ideologo di Trump, Bannon - ha avvertito del rischio di licenziamento quelle lavoratrici che si assenteranno per manifestare durante l'orario di lavoro.

Magdalena Martullo-Blocher ha messo in guardia i suoi dipendenti con una dichiarazione lapidaria. La questione è naturalmente deflagrata ed è stata oggetto di furiose polemiche. La posizione di Blocher non è isolata visto che altri imprenditori sono seguiti a ruota, condividendola e spiegando che le loro industrie non possono di certo permettersi di essere danneggiate da queste iniziative, aggiugendo che il 14 giugno tanti lavoratori e lavoratrici avranno di meglio da fare che non scendere in piazza.

Magdalena oltre ad essere Ceo della Holding di famiglia, siede tra i banchi del Consiglio Nazionale e fa parte del Gruppo Unione Democratica di Centro (Udc), come suo padre. Ha 50 anni, è sposata e ha tre figli. In parlamento si è battuta contro la firma del Global Compact. 

 
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