L'analisi del voto in chiave femminile, le donne hanno preferito Salvini (ma il 50% è rimasto a casa)

L'analisi del voto in chiave femminile, le donne hanno preferito Salvini (ma il 50% è rimasto a casa)
di Franca Giansoldati
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Martedì 28 Maggio 2019, 13:19 - Ultimo aggiornamento: 29 Maggio, 12:27
Alcune analisi sul voto di domenica hanno permesso di tracciare un quadro abbastanza chiaro sul comportamento dell'elettorato femminile italiano. Il primo dato interessante riguarda l'affluenza: le italiane sono andate alle urne solo per la metà: avevano diritto di voto 26,2 milioni ma 13,1 milioni, vale a dire il 50% delle aventi diritto, sono rimaste a casa. Incerte, disinteressate, lontane. E già questo è un aspetto che dovrà ora interrogare i partiti sul perché di questa alta astensione e, magari, cercare di recuperarle nel futuro con programmi o campagne elettorali più sensibili ai loro temi.

Le analisi fatte proseguono entrando nel vivo per cercare di capire come ha inciso il voto femminile nei singoli partiti. Le donne di fatto hanno scelto soprattutto Salvini e la Lega:  sono state il 37% (in relazione alla conta dei seggi che verranno assegnati al Parlamento Europeo) anche se in termini di rappresentanza questo risultato rappresenta il 18,5% del totale delle donne italiane.

L’11% ha votato per il Pd e SiamoEuropei, l’8,5% ha votato M5S, il 4,5% Forza Italia e il 3% Fratelli d’Italia. Rapportato ai dati delle elezioni precedenti è chiaro che l'elettorato femminile ha dato fiducia a Salvini, abbandonando Fi e M5s. Tra il 2018 e il 2019, infatti, il partito di Salvini guadagna il 17% nel consenso femminile mentre il M5s perde il 14%.

Nella scelta di voto per la Lega sembra che le elettrici non abbiano tenuto conto nè siano state influenzate dalle polemiche sul ddl Pillon che ha esaltato la famiglia tradizionale e il ruolo della donna ancorato soprattutto alla famiglia, così come sembra non avere avuto grande incidenza la retorica sulla riapertura delle case chiuse, la sospensione di insegnanti, la penalizzazione delle donne con la Quota 100, così come nemmeno l'impronta sessista che ha fatto da scia a tanti slogan leghisti durante la campagna elettorale. 
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