Amnesty sfida l'Arabia Saudita, liberate le attiviste in carcere torturate per aver difeso le donne

L'attivista in carcere Samar Badawi
2 Minuti di Lettura
Martedì 6 Agosto 2019, 08:59

Amnesty sfida il regno saudita e chiede la liberazione di almeno 14 attiviste in carcere per avere difeso, negli anni passati, i diritti delle donne e i loro diritti umani. Donne che sono finite dietro le sbarre e torturate. Le riforme appena varate dal principe Mohamed Bin Salman che danno la possibilità alle donne di età superiore ai 21 anni di ottenere un passaporto e viaggiare (finalmente) senza un tutore maschile (un fratello, un padre, un marito) dovrebbero aprire le celle anche alle militanti che sono sotto processo o che hanno il divieto di lasciare il paese.

Arabia Saudita, le donne potranno viaggiare sole senza il permesso del tutore maschio

Si tratta di diverse donne arrestate nel 2018, alcune delle quali «torturate, sottoposte a violenza sessuale e a maltrattamenti nei primi tre mesi di detenzione» ha denunciato Lynn Maalouf, direttrice delle ricerche sul Medio Oriente per Amnesty.

Tra le attiviste più note c'è Samar Badawi, scomparsa e chiusa in cella, assieme a Nassima al Sada. «Se l'Arabia Saudita vuole mostrare al mondo che intende migliorare i diritti delle donne, allora le donne che sono in carcere per avere chiesto le riforme devono essere rilasciate immediatamente e senza alcuna condizione» ha detto Maalouf. Nonostante le riforme le donne saudite dovranno continuare a chiedere il permesso al tutore maschile per sposarsi. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA