L'agricoltura italiana e il gap tra maschi e femmine, solo il 30% delle donne guida una azienda

di Franca Giansoldati
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Giovedì 23 Maggio 2019, 10:12 - Ultimo aggiornamento: 10:15
L’agricoltura è un settore in evoluzione, tradizionalmente maschile, ma sempre più guidato da donne. Una impresa agricola su tre è ha a capo una donna anche se il 50% della manodopera resta femminile. Nel settore agricolo insomma la legge Golfo-Mosca contro le discriminazioni nei cda comincia lentamente a dare frutti. Ma si può fare di più. Secondo i dati (2018) del centro studi di Confagricoltura, I titolari delle imprese agricole individuali sono per il 31% donne. E nelle gestioni societarie i soci donne rappresentano il 35%; scende tuttavia al 23% la quota femminile degli amministratori, e al 18% la copertura di altre cariche dirigenziali. Ancora troppo poco.

Confagricoltura ricorda l’importanza della presenza femminile nell’agricoltura di montagna, di collina e nelle aree marginali, mettendo in evidenza che la disuguaglianza di genere mette un freno allo sviluppo sostenibile.

Le imprenditrici agricole generano economia reale. Guidano aziende che spaziano dalla produzione alla trasformazione e alla vendita, conducono realtà multifunzionali, come l’agriturismo e le fattorie didattiche. Innovano e utilizzano in pieno le tecnologie e l’agricoltura di precisione. Occorre concretamente mettere mano con urgenza ad un progetto strategico che garantisca l’inclusione, la parità di genere e la formazione, favorendo l’insediamento, la permanenza e la crescita dell’imprenditoria femminile in agricoltura. Dall’ultimo censimento agricolo si rileva che le imprenditrici agricole sono 500mila. Il dato è sicuramente sottostimato, dal momento che il questionario di rilevazione del Censimento in Agricoltura prevedeva la possibilità di indicare un solo conduttore per azienda agricola ed è evidente che ciò non consente di cogliere quelle situazioni in cui la gestione dell'azienda è condivisa.

Per quanto riguarda la nuova politica agricola europea Confagricoltura sottolinea l’importanza dell’uguaglianza di genere: è cruciale avere politiche che promuovono la parità di salario, le competenze imprenditoriali delle donne, una maggiore formazione professionale e l'istruzione continua. Le agricoltrici rappresentano quasi il 50% della manodopera agricola europea, ma solo il 30% dei proprietari di aziende agricole sono donne.  Una maggiore consulenza finanziaria e il miglioramento della qualità e dell'accesso alle infrastrutture non solo aumenteranno la qualità di vita, ma promuoveranno l’imprenditoria e lo sviluppo sostenibile delle aree rurali.

Il prossimo 6 giugno alle ore 9.30 Confagricoltura Donna, a Palazzo della Valle, a Roma, ha organizzato un convegno dedicato ai cambiamenti climatici: le donne guardano al futuro. 
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