Due psicologhe offrono colloqui gratuiti su Skype: «Pronte ad aiutare tutti»

Due psicologhe offrono colloqui gratuiti su Skype: «Pronte ad aiutare tutti»
di Alessia Marani
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Lunedì 16 Marzo 2020, 12:21
"Ristrutturare" anche gli approcci dell'anima e della mente, ristrutturare lo stesso modo di lavorare. Due psicologhe romane, Orsola Monteleone ed Elisa Duma, con studio a Centocelle, nei giorni dell'emergenza da coronavirus offrono consulenza gratuita via Skype a chi si sente imprigionato in casa, a chi avverte il bisogno di parlare con un esperto di psicoterapia.

Dottoresse come nasce questa idea?
«È un'iniziativa che trova radici in un senso di gratitudine, verso chi si sta impegnando ad arginare il contagio. Anche noi possiamo fare la nostra parte dando sostegno psicologico per affrontare le difficoltà».

C'è un'arma segreta per affrontare questo periodo?
«Ci sono risorse che dobbiamo cercare. Per prime noi, in questa situazione, abbiamo dovuto fare appello a nuove risorse e ci siamo domandate, in primis, come sviluppare risorse: ogni persona vive quest'esperienza in maniera unica, sperimenta sulla propria pelle le difficoltà. Il nostro servizio viene offerto a tutti coloro che sentono una emozione che li spinge a chiedere aiuto. A dire da solo non ce la faccio».

C'è una categoria specifica a cui vi rivolgete, per esempio ci possono essere tanti operatori sanitari o lavoratori che si sentono più esposti al contagio e vivono male il momento, preoccupati anche di non contagiare i familiari...

«Non lo abbiamo pensato per qualcuno di specifico. Ci sono anche tanti anziani che soffrono la solitudine e a cui le ore in casa non passano mai e tanti lavoratori che temono perdite economiche importanti. Noi psicoterapeuti in genere, dobbiamo esserci anche per loro».

State ricevendo i vostri pazienti abitualmente in studio?
«Ci sono delle direttive precise e precauzioni che noi rispettiamo, ma ora il grosso dei colloqui lo stiamo spostando, anche per fare evitare ulteriori spostamenti, via Skype».

Quali risorse del pensiero possono essere d'aiuto nelle quarantene?
«Innanzitutto, fondamentale è riuscire a vedere ciò che succede da un altro punto di vista. Non spostandosi fisicamente si vede un'altra parte dell'oggetto. Tra la preoccupazione e la speranza che tutto si risolva presto, nel frattempo, emergono tanti interrogativi e sentimenti di rabbia e impotenza che si aggiungono alla solitudine. Bisogna spezzare la catena riappropriandosi del tempo e donando tempo di qualità a chi ci sta accanto».

Per esempio?
«Stare a casa significa potere fare cose che avevamo sempre rimandato e, soprattutto, avere la possibilità di ristrutturare le relazioni all'interno della casa stessa, ci può essere un'idea di condivisione e solidarietà diversa ma non per questo meno profonda».
 
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