Coronavirus, sportivi a rischio depressione, le calciatrici più colpite. Elena Linari: «Per noi paura del futuro e del vuoto»

Coronavirus, sportivi a rischio depressione, le calciatrici più colpite. Elena Linari: «Per noi paura del futuro e del vuoto»
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Lunedì 20 Aprile 2020, 19:09

Mancanza di obiettivi, noia, l'incertezza del futuro: l'emergenza coronavirus ed il conseguente lockdown ha impatto anche sulla psiche delle persone, sportivi compresi. I medici sportivi avevano segnalato il pericolo di «ricadute psicosomatiche» sin dai primi giorni del lockdopwn. Ora arriva una ricerca della Fifpro, il sindacato mondiale dei calciatori, a certificare i numero del problema: sono raddoppiati i casi di depressione tra i calciatori professionisti, e ad esser maggiormente colpite sono le donne. In media soffrono di sintomi depressivi oltre il 10% degli atleti.

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«Facile dire che chi gioca a calcio fa parte di un'elite e il rischio depressione non lo tocca: purtroppo non è così..». Elena Linari, difensore della nazionale e dell'Atletico Madrid, non si stupisce alla denuncia del sindacato mondiale giocatori professionisti. «Fortunatamente, io non ho mai affrontato una situazione del genere - racconta l'azzurra - Ma con le mia compagne parliamo spesso, la nostra paura è il dopo, quando tutto sarà finito, quando ci sarà il vuoto: che facciamo? Chi siamo? In questo sono, siamo un'eccezione: non abbiamo mai affrontato il mondo del lavoro, dobbiamo reinventarci. E per una donna che punta tutto sul calcio senza quei guadagni che ti garantiscono il futuro, quel vuoto può essere più pesante...». Così, dice Linari, «capisco come per qualche calciatore o calciatrice questa lunga e improvvisa assenza dal campo possa rappresentare un'anticipo di quel vuoto che ci fa paura».

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Per il professor Giuseppe Vercelli, docente di psicologia presso la Scuola universitaria interfacoltà in Scienze motorie dell'Università di Torino e psicologo sportivo ufficiale della Juventus e del Coni, i motivi della depressione «sono principalmente due: la mancanza di obiettivi, anche la prospettiva di mancanza di obiettivi. Alcuni sport potrebbero fermarsi veramente per tanto tempo, e questo fa si che la persona vada in uno stato di noia. Gli sportivi sono individui abituati a vivere una condizione di stress che li rende attivi, sviluppa caratteristiche, competenze, mentre la noia è la situazione più devastante che possiamo vivere. L'altro problema è che lo sportivo si trova in una incapacità di ridefinire gli obiettivi perché è abituato a fare mentre stando fermo a casa deve cominciare ad utilizzare una dimensione mentale che non è più così organizzata come quella che ha vissuto fino al momento del lockdown». Vercelli sottolinea che «vincerà, chi in questo momento sa immaginare meglio degli altri e riuscirà a mettersi nella condizione di immaginare quello che tanto desidera. Calciatrici più depresse dei colleghi uomini? »In questo momento siamo tutti uomini e donne nello stesso modo - dice - Chiaramente le calciatrici non hanno la disponibilità di spazio che hanno i colleghi uomini. Un calciatore di prima squadra di serie A è chiaro che dispone di spazi dove vivere molto anche lussuosi mentre le ragazze hanno degli appartamenti improvvisati e lo spazio vitale è chiaramente limitato. Ma non credo che ci sia una grande differenza per altri motivi«. Il sondaggio FifPro - in collaborazione con l'ospedale universitario di Amsterdam - ha coinvolto circa 1.600 atleti di diversi paesi, dall'Europa agli Usa. Secondo i risultati, »il 22% delle donne e il 13% degli uomini ha riportato sintomi compatibili con la diagnosi di depressione«. Uno stato di
«ansia generalizzata» è stato segnalato dal 18% delle giocatrici e dal 16% dei giocatori intervistati.

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